“Mimmo, ci fai entrare a dare uno sguardo ai lavori?”. “A che punto siamo?”. E ancora: “Ragazzi, aspettate ancora un pò per le interviste”. Chi ha frequentato almeno una volta lo stadio Cosimo Puttilli di Barletta non può non conoscere Mimmo Montereale, custode e conoscitore di tutti gli angoli dell’impianto. Mimmo non è più tra noi: a 57 anni un male lo ha portato via, trascinando con sè un pezzo dell’impianto sportivo di via Vittorio Veneto. Il suo sorriso, la sua disponibilità a prendere il caffè insieme, la sua apparenza rude coniugato alla bontà d’animo erano quelli di chi era nato e cresciuto nel Puttilli, ereditando la passione e il lavoro da suo padre, per tutti Lillino, e dimostrando sempre gentilezza e disponbilità nei confronti di tutti: dagli atleti ai dirigenti passando per i giornalisti. Da maggio 2015, quando lo stadio era diventato un cantiere – ancora oggi aperto – Mimmo era stato anche testimonial dell’andamento dei lavori, con foto e video postate sui social che aggiornavano la comunità sul destino di quella che rischiava di diventare una cattedrale nel deserto. Salutava tutti con il suo “ciao popolo”. Quello stesso popolo di sportivi che oggi sta ricambiando il suo affetto sincero dando il suo contributo economico per garantire un funerale degno a Mimmo. Non vedrà il suo Puttilli completo, ma in quello stadio ci sarà per sempre la sua impronta. Un popolo e un impianto che ora diventano orfani di Mimmo, il migliore custode che uno stadio potesse desiderare.