Nel 2007 la collezione De Nittis veniva trasferita a Palazzo Della Marra di Barletta, divenendo la sede permanente, quasi la casa, per il più importante lascito della storia di questo Comune; oltre 100 anni sono passati da quel 1914, quando la vedova dell’artista barlettano, Leontine Gruvelle, effettuò questa donazione per la memoria del suo amato marito “chiedendo di distribuirne nei musei d’Italia e anche stranieri”.

È stato presentato, registrato in streaming (sotto il link), per il rispetto delle norme anti-Covid e poiché i musei sono chiusi, presso le sale della pinacoteca “G. De Nittis”, il volume “Mia cara piccola moglie – La donazione De Nittis dall’atelier al museo”, scritto a più mani dai soci dell’associazione culturale ArcheoBarletta, edito dall’Editrice Rotas; della presentazione è stato registrato un video dell’incontro, divulgato successivamente. Un’opportunità, come l’ha definita l’assessore alla Cultura, Graziana Carbone, per rileggere e approfondire ancora quest’artista, attraverso un «lavoro meticoloso di ricerca e indagine storica» come l’ha definito l’editore Renato Russo, riportando nel contempo una piacevolezza che racchiude una vivace intimità con la vita ottocentesca di una famiglia e di un illustre barlettano. Anche la prefazione del sindaco Cannito offre quegli interrogativi di approfondimento, che questo testo cerca di esacerbare in maniera inedita.

I 40 anni dell’associazione di Barletta, con l’importante impegno profuso animando il tessuto culturale cittadino, vengono celebrati da questa pubblicazione che fa seguito all’esposizione temporanea proprio a Palazzo Della Marra. Una rivisitazione della donazione, che non sottovaluta aspetti controversi, sullo sfondo di un importante storia d’amore fra i coniugi De Nittis. Grazie alla generosità di Leontine abbiamo la testimonianza della grandezza artistica di questo impressionista; una donna che è stata moglie, madre, amministratrice, un po’ tutto per il marito, per cui ha pensato anche alla memoria. Luisa Derosa, docente dell’Università di Bari, ha sottolineato entusiasticamente proprio l’importanza dell’immagine che questo lavoro contribuisce ad offrire di Leontine, che gli autori, presenti il presidente dell’ArcheoBarletta Pietro Doronzo e la vice presidente Alessandra Failla, hanno voluto dare inserendo la famiglia nel contesto sociale e relazionale di quegli anni. Un De Nittis che ricordiamo visse soltanto 38 anni, ma fu molto prolifico di opere in quel poco tempo; inoltre, viene messo in luce il rapporto esistente tra i collezionisti d’arte e i mercanti. Rino Daloiso, direttore della redazione del “Nord barese” della Gazzetta del Mezzogiorno, ha posto la questione riguardante la valorizzazione attraverso una Fondazione, come avviene in molti altri casi simili, ripartendo proprio dalla ricongiunzione con la città natale del pittore che la moglie ha voluto concretizzare. Questo è un lavoro di riordino dell’intero inventario della Collezione, intervenendo su alcuni interrogativi lasciati sospesi in questi anni.

Gli autori hanno lavorato sui documenti rintracciati soprattutto nell’Archivio di Stato e nella Biblioteca comunale di Barletta, offrendo un risultato di assoluta qualità. L’incontro è stato moderato dagli spunti di Santa Scommegna, dirigente comunale del Settore Cultura.

Link esterno al video della presentazione