«Le affermazioni di D’Alberto e di Dambra – interviene l’ex sindaco Mino Cannito – relative alla casa di riposo “ASP Regina Margherita“, circa una mia indisponibilità ad accogliere la richiesta di farmi carico, in qualità di Sindaco, delle spese per la riapertura della struttura e per la sua messa in sicurezza, sono assolutamente false. Il mio impegno verso la riapertura della A.S.P. che, si badi, è di competenza regionale, è comprovato dai numerosi sopralluoghi presso la casa di riposo, non ultimo quello del 3 febbraio 2021 alla presenza dell’assessore regionale Rosa Barone, invitata dal sottoscritto. Sebbene si tratti di una struttura non appartenente, nella sua fase gestionale, al Comune di Barletta, qualora fossi rimasto in carica come Sindaco mi sarei assunto senza problemi e come sempre ho fatto anche la responsabilità della spesa per la pulizia e per la messa in sicurezza del giardino (quantificata come da piano di lavoro elaborato da Bar.s.a. in circa 15 giorni di lavoro).

Detto piano di lavoro, che quindi includeva i costi per la pulizia del giardino, risale all’11 ottobre 2021 e, come noto a tutti, ho cessato le mie funzioni appena due giorni dopo, in data 13 ottobre. In molte e più occasioni ho dichiarato che l’Amministrazione Comunale, pur essendo l’ASP un’istituzione autonoma di stretta competenza regionale, sarebbe stata disponibile a qualsiasi operazione lecita e possibile al fine di riaprire la casa di riposo ed ospitare i nostri anziani, oltre che per dare un’occasione di lavoro, nonostante i circa 800.000 euro di debiti cumulati dalla struttura negli anni. Questo lo abbiamo detto al tavolo prefettizio della B.A.T., lo abbiamo chiesto ai tavoli regionali, così come abbiamo chiesto, nell’interesse della casa di riposo, di nominare quanto prima il commissario della ASP.

Si sapeva, infatti, che il ritardo della nomina fosse dovuto al fatto che la stessa dovesse essere “consigliata” (come la precedente) da un noto esponente politico regionale del PD (che io ricordi mai intervenuto pubblicamente sulla vicenda), a dispetto, invece, della nomina voluta dall’assessore regionale al Welfare Barone. È tutto agli atti ed è tutto pienamente documentato (si vedano, infatti, le foto del sopralluogo del 3 febbraio 2021, in piena emergenza pandemica, peraltro non unico sopralluogo effettuato dall’Amministrazione Comunale). Dal suddetto sopralluogo alla nomina del commissario sono, addirittura, trascorsi sei mesi che diventano dieci dalle dimissioni del vecchio presidente.

È evidente che le affermazioni di D’Alberto e di Dambra sono demagogiche e finalizzate a mettere in cattiva luce il mio operato, per un calcolo politico tipico di chi utilizza il sindacato per svolgere sul territorio una politica faziosa e autoreferenziale. Adesso potranno rivolgere le loro istanze per la messa in sicurezza del giardino al Commissario Prefettizio (sono sicuro che autorizzerà Bar.s.a. alla spesa rendicontandone l’importo) e chiedere l’immediata riapertura della struttura sia al PD che al nuovo Commissario della ASP, da cui tutti (me compreso, come semplice cittadino) ci aspettiamo moltissimo. Tanto per verità dei fatti».