In vista del ballottaggio del 26 giugno, la ”partita” si gioca su tre fronti: la rispettiva campagna elettorale di Mino Cannito e Santa Scommegna, che si contenderanno la vittoria, e la posizione di Carmine Doronzo, protagonista di un grande balzo nelle correnti elezioni amministrative con l’ottimo risultato del 18,5%. Un risultato che, accorpato a quelli già ottenuti dai due sfidanti, avrebbe consentito a Mino Cannito ma, soprattutto, a Santa Scommegna, vista la vicina posizione ideologica delle due coalizioni (centro-sinistra a sostegno dell’ex dirigente comunale e sinistra radicale per Doronzo), di vincere le elezioni.

Un dato di fatto riconosciuto dalla stessa Scommegna, che ha comunque rimarcato i diversi punti di incontro che, secondo lei, esistono con il programma della ”coalizione dell’alternativa”, con il rammarico per un mancato accordo già dal primo turno. Non è questa l’occasione per parlare di trattative naufragate a mesi dall’appuntamento elettorale, ma sarà possibile fare qualche considerazione su quali potrebbero essere i prossimi step.

In primo luogo, è necessario partire dal fatto che il 18,5% è un valore che premia da una parte un orientamento ideologico di quanti si riconoscono in un progetto progressista e radicale, dall’altra, invece, quelli che hanno, molto probabilmente, votato contro un tipo di classe dirigente. La volontà di cambiamento infatti, è stata una componente importante nel corso dell’ultima tornata elettorale, soprattutto tra le fila di diversi giovani che hanno deciso, attraverso il loro voto, di votare al fine di un rinnovamento politico che ha trovato terra fertile dopo le controversie che hanno segnato, costantemente, le ultime legislature. Ne è una prova il 6,47% in più che Doronzo ha ottenuto rispetto alla sua coalizione e il contestuale -7,11% di Scommegna, cui si contrappone l’altissimo 43,74% raggiunto dal centrosinistra.

In occasione del ballottaggio, come si esprimerebbe l’idea del cambiamento che ha accomunato diversi barlettani? Le ipotesi sono diverse, partendo dal fatto che Doronzo non ha al momento dato indicazioni sul voto del 26, ponendo invece l’attenzione sulla richiesta a Cannito e Scommegna di chiarire i propri programmi politici e le loro differenze. Tenendo comunque conto che l’elettorato non sia un ”pacco” di voti da portare da una parte e dall’altra, la prima supposizione riguarda accordi da concretizzare in questi giorni tra il leader della ”coalizione dell’alternativa” e uno dei due candidati, non facili comunque da realizzare vista una campagna elettorale condotta allo stesso modo contro entrambi. La seconda, invece, è lasciare piena libertà agli elettori. E allora, escludendo coloro che faranno una scelta ideologica o di soggettiva preferenza di un candidato o dell’altro, occhio anche ad un altro dato, quello dell’astensionismo. Un tema che coinvolge ormai da tempo le tornate elettorali di ogni grado con uno scollamento tra istituzioni e cittadini sempre più forte, ma che a Barletta potrebbe rappresentare una componente ancor più importante per tutti coloro che coerentemente non si sono riconosciuti e non si riconosceranno né in Cannito e né in Scommegna. La ”partita” per il 26 giugno è entrata ormai nel vivo.

A cura di Giacomo Colaprice