Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Trani su richiesta della Procura della Repubblica ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente nei confronti di due imprenditori barlettani per un ammontare complessivo di 1 milione e 350mila euro, importo oggetto di distrazione prima del fallimento di una società che produceva calzature. Il provvedimento è stato eseguito dal Comando Provinciale BAT della guardia di finanza.

L’indagine di polizia economico finanziaria svolta dai finanzieri del Gruppo Barletta, delegati dalla Procura della Repubblica di Trani, si è concentrata su alcuni atti di gestione della società calzaturiera, da cui è emerso come, nonostante un’ingente posizione debitoria accumulata verso enti pubblici e fornitori, il rappresentante legale e l’amministratore di fatto, nella ricostruzione accusatoria, hanno venduto l’intero complesso industriale sito in Barletta, distraendolo dal patrimonio aziendale, al prezzo oggetto del sequestro odierno.

Le fiamme gialle hanno constatato lo stato di dissesto finanziario della società con il successivo svuotamento dei beni dalla stessa e il contestuale drenaggio del denaro ricavato dalla loro vendita, andando così a sottrarre risorse su cui i creditori privati e pubblici avrebbero potuto soddisfare le loro pretese. Tali riscontri, evidenziati anche mediante l’ausilio di mirati accertamenti bancari, hanno permesso di contestare in capo ai due indagati ipotesi di reato, in concorso tra loro, di natura fallimentare e fiscale, ovvero la bancarotta fraudolenta e la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

La Procura della Repubblica di Trani, ritenuti idonei gli elementi in suo possesso, ha proposto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale il sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca, quale pretesa erariale, delle disponibilità liquide su depositi bancari, autovetture, partecipazioni sociali e beni immobili e mobili per un ammontare complessivo di 1 milione e 350mila euro.

L’esecuzione del provvedimento cautelare, all’esito di perquisizione locale e personale nei confronti dei due indagati, ha consentito di rinvenire e sottoporre a sequestro cinque immobili, autovetture, 19 conti correnti intestati agli stessi, quote di partecipazioni societarie, denaro contante, orologi di lusso e ulteriori beni di ingente valore economico come gioielli, quadri e oggetti di interesse archeologico.

L’attività eseguita dalla guardia di finanza, su coordinamento della Procura della Repubblica, mira a rafforzare l’azione di contrasto ai contesti di illegalità economico finanziaria connotati da maggiore gravità, a tutela del sistema economico sano, degli imprenditori onesti e rispettosi delle regole e dei dipendenti di tali imprese, ignari e vittime di tali sistemi fraudolenti. È necessario ricordare che il procedimento penale si trova nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo in caso di emissione di una sentenza irrevocabile di condanna.