«Si costituisce anche a Barletta il Comitato [un altro, ndr] del NO al referendum costituzionale del Governo Renzi – lo fanno sapere le forze di centrodestra (Forza Italia, Adesso Puoi, Conservatori e Riformisti, Popolari Liberali, Movimento Schittulli, Noi con Salvini, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale) – Si tratta di una consultazione referendaria su una riforma imposta dal PD e che va a modificare la Costituzione Italiana, limitando gli spazi di democrazia e non apportando alcuna miglioria al nostro sistema istituzionale che non risulterà nè più efficiente, nè meno costoso per i cittadini. Una riforma cucita su misura da Renzi e dal suo partito ed approvata da una maggioranza parlamentare incostituzionale. Noi diciamo NO a questa riforma capestro oltre che illiberale di un Premier pronto a fare di tutto pur di restare al potere. Noi diciamo NO alla volontà politica del terzo Presidente del Consiglio non eletto dal Popolo Italiano di mettere mano ad una Costituzione figlia della Storia del nostro Paese, dell’intelligenza, del sacrificio e del coraggio dei nostri avi. Non è un caso che sul fronte del NO si siano schierati, contrariamente al PD, anche il Movimento 5 Stelle ed altre forze politiche della Sinistra.

Renzi parla di ‘semplificazione’ ma basta scorrere le modifiche apportate per comprendere che non è proprio così. Noi semplifichiamo le ragioni nel NO in pochi punti. Votiamo NO perchè la riforma instaura in Italia un regime politico fondato su un solo partito, il PD; perchè il tentativo di farlo giunge da una maggioranza che non esiste e che non gode del consenso popolare; perchè si favorisce una deriva autoritaria; perchè si creano conflitti tra Stato e Regioni, Camera e nuovo Senato; perchè la riforma del Senato non abolisce il bicameralismo e perchè non si fa altro che distruggere la democrazia parlamentare. In questi mesi la crescita del fronte del NO ha ribaltato i sondaggi iniziali, superando la soglia del 50 % ed il SI’ imposto dai poteri forti. Per questo motivo il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dopo aver annunciato a più riprese di voler abbandonare la politica in caso di sconfitta del SI’, oggi ha deciso improvvisamente di operare un dietrofront: resta al governo del Paese con voto nel 2018. Una ‘scorrettezza’ inaudita nei confronti dei cittadini e della politica in generale ma soprattutto una chiara paura di perdere il referendum e forse anche le elezioni. Aldilà delle sue illazioni è normale che in caso di sconfitta del Sì su quella che è una sua riforma sarà inevitabile il ritorno alle urne, legittimando i cittadini di quello che è un loro sacrosanto diritto.