Com’è noto, martedì sera scorso è stata approvata dal Consiglio comunale di Barletta la delibera di iniziativa popolare riguardante il Monitoraggio ambientale della città. Il testo approvato rappresenta il documento presentato direttamente dalle associazioni ambientaliste dei cittadini, sottoscritto con una petizione di oltre 1200 firme, che già negli scorsi mesi aveva ricevuto una rallentamento nell’approvazione consiliare. Anche in quella di martedì aveva rischiato di essere stravolta nel testo di proposta popolare, per questo già nelle ore precedenti il Consiglio si erano susseguiti una serie di interventi da parte delle associazioni e di alcuni esponenti politici. Invece, pare aver prevalso il buon senso: «Non possiamo compromettere il futuro della città – ha detto il sindaco Cascella a commento dell’importante risultato, cosa che aveva anche ribadito durante la seduta consiliare  – cedendo a contrapposizioni strumentali ma ritrovare l’unità dei cittadini sulle scelte a garanzia della salute pubblica, della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile». In effetti l’unità di intenti c’è stata, anche se non perfetta dal punto di vista dei voti: 17 sono stati i voti favorevoli e alcuni astenuti, raggruppando una maggioranza del tutto trasversale. È stato recuperato il testo originario della delibera grazie ad un emendamento presentato e sottoscritto anche da diversi consiglieri di opposizione. Il risultato ha lasciato grande soddisfazione nella politica locale, nella cittadinanza e anche nelle associazioni che tuttavia non ritengono di aver concluso il proprio compito. Durante la seduta consiliare, il dibattito si è dilungato su una questione di natura formale riguardante l’omissis dei nomi delle due attività industriali più importanti del territorio barlettano, al centro di tante polemiche negli ultimi tempi, cioè la Buzzi Unicem e la Timac Agro, poiché la segretaria comunale aveva paventato la possibilità che in futuro queste aziende si sarebbero potute rivalere legalmente nei confronti del Comune di Barletta che avrebbe ricevuto un danno di natura economica. Così non è stato, infatti il testo è stato ripristinato. Il Primo cittadino si dice soddisfatto, ma ora sta proprio all’Amministrazione portare avanti quanto previsto dal deliberato consiliare, cercando di collaborare al meglio con le istituzioni regionali per poter migliorare gli obiettivi proposti, ad esempio allargando l’area di monitoraggio che prevede anche il sottosuolo. Come sappiamo, la Procura, ha svolto un’indagine sulle autorizzazioni di incenerimento dei rifiuti svolte presso alcune aziende della città. La delibera di iniziativa popolare non si ferma al monitoraggio della zona industriale ma guarda l’intero territorio cittadino, le sue acque, i suoi canali, il sottosuolo, il traffico.

“Aggiornamento e stato di attuazione attività di monitoraggio ambientale Area industriale di Barletta”: questo è il tema discusso giovedì scorso nella seduta della V Commissione Ecologia, Tutela del Territorio della Regione Puglia presieduta dal consigliere regionale comunali di Barletta (PD) Filippo Caracciolo; a tale incontro hanno partecipato  i rappresentanti degli enti sottoscrittori del Protocollo di intesa siglato da Regione Puglia, Provincia BT, Comune di Barletta, Arpa Puglia, Cnr-Irsa e ASL BT oltre ai rappresentanti delle associazioni attive sul territorio comunale tra cui Comitato Aria Pulita, Forum Salute e Ambiente e Forum ambientalista Barletta. In effetti, con l’approvazione in Consiglio comunale di Barletta della delibera è stato “abbattuto un muro” che da anni impediva di imporre realmente al centro della vita amministrativa locale la questione ambientale della città, vedendola nella sua più completa condivisione con le parti sociali. Tuttavia, bisogna anche dire, che già l’Amministrazione comunale aveva avviato quel percorso di monitoraggio ricevendo finanziamenti (per circa € 600.000) dalla Regione. Le associazioni nell’incontro in Regione hanno richiesto che «nel bilancio di prossima approvazione venga previsto un capitolo di spesa adeguato per l’attuazione della delibera sul monitoraggio ambientale recentemente adottata», e alla Asl il ripristino del registro Tumori, malattia che secondo dati di associazioni di categoria sarebbe cresciuta del 30% negli ultimi tre anni.

Ciò non può escludere chiaramente un altro tema e cioè quello dello sviluppo della città inglobando, quasi nel proprio centro cittadino, le aree industriali oggetto delle attenzioni. Insomma, la macchina sembra essere partita con il migliore degli auspici ma adesso si dovrà dare attuazione a quanto stabilito in tempi brevi, soprattutto per rassicurare la cittadinanza.