Quando il silenzio è sinonimo di vigliaccheria e disfattismo, quando l’inerzia diventa stile di vita e alloro su cui adagiarsi, spesso è il mondo della cultura, quello dell’arte e della passione che parlano con urla straziate, raccontando e denunciando. Ed è proprio quanto ha fatto Jasmine Pignatelli nel suo atto di denuncia. Un atto di denuncia prepotente, con un’arma, la più potente che possa esistere: l’arte. «La vicenda dell’orto botanico di Barletta è ancora di attualità. Da pochissimo una sua parte è diventata la sede della vigilanza regionale ambientale. Un atto simbolico» – ha dichiarato l’artista pugliese raccontando della sua opera incentrata sull’orto botanico di Barletta. Dove l’arte si fa speranza e visione, coscienza e consapevolezza allora diventa insieme di storie e racconti, per l’unico bene sociale, la salvaguardia degli spazi ed al tempo stesso, il rispetto delle opere pubbliche.

L’artista ha realizzato una serie di sacchi con stampate delle coordinate geografiche, uno strumento per essere trasportati immaginariamente nei luoghi. Jasmine Pignatelli è solita associare luoghi e storie nelle sue realizzazioni artistiche, dove un sistema di misurazione globale possa diventare denuncia collettiva. Da poco ha inaugurato la sua opera Locating Laterza, una pubblica permanente finanziata con i fondi europei. Un “monumento di identità che utilizza longitudine e latitudine traducendole in linguaggio morse, per raccontare i luoghi”. Al tempo stesso ha realizzato una mostra a Napoli sui sacchi in cui si raccontano identità e storie, luoghi e misurazioni di spazi.

«Il sindaco di barletta cita: il nuovo insediamento deve costituire un inequivocabile segnale di inversione di tendenza l’apertura della sezione della Vigilanza regionale ambientale per il territorio della Provincia di Barletta-Andria-Trani proprio in una struttura dedicata all’ambiente che ha scontato non solo un sequestro giudiziario per reati ambientali ma anche atti vandalici che hanno ulteriormente danneggiato un rilevante investimento pubblico».

Boundless, senza limiti e confini è il titolo di quest’opera dedicata ad un pezzo di Barletta, cuore pulsante ed inno alla natura. L’opera appartiene alla mostra collettiva, ANIMA MUNDI omaggio a James Hillman (testo critico di Andrea Lombardo), con opere di: Valerio Anceschi, Makiko Asada, Luca Bidoli, Pino Bonanno, Mario Cassisa, Barbara Crimella, AK Douglas, Rita Ernst, Pietro Finelli, Costabile Guariglia, Fitz Herrera, Liù Yung-Jen, Andrea Lombardo, Mauro Lovi, Kathrin Loges, Antonio Marciano, Anna Marino, Franco Mazzucchelli, Luca Mannino, Samir Makhlouf, Marta Fumagalli, Antonello Matarazzo, Giovanni Mangiacapra, Jasmine Pignatelli, Riccardo Pirovano, Marc Rayner, Simona SantaSeveso, Antonio Sammartano, Alessandro Spadari, Hal Sowa, Satoru Tabata, Livio Teddasori, Viviana Pasquali, presente al Real Orto Botanico di Napoli, in esposizione fino al 30 luglio.

Nella sua opera l’artista ha fuso insieme quattro storie, appartenenti a quattro luoghi diversi, utilizzando materiali organici differenti tra loro, in modo che fondendosi dessero vita ad una “nuova possibilità”, “un nuovo ordine” per venir fuori dal caos della vita che ci appartiene nel presente.

L’orto botanico di Barletta porta impressi i segni di una storia travagliata, una storia di quelle che hanno bisogno di essere raccontate, affinché non si dimentichi. Proprio dal ricordo e dall’arte riparte infatti la forza del senso civico collettivo, proprio per questo l’arte deve rispondere e corrispondere alla sua funzione vigile sul presente, per chiedere che non si dimentichi la realtà. L’arte come riposizionamento, costruzione e misura, sono questi gli strumenti di una nuova geometria umanistica che penetrando lo spazio legge l’essere nell’esistente, rendendolo ogni giorno più cosciente e vivo.