Sono numerosi gli studiosi che da anni si impegnano nella ricerca incentrata sulla famosa e corretta menzione del Santo Patrono di Barletta: San Ruggero o San Ruggiero? La tradizione cittadina vuole che il Patrono porti la “i”. Esiste infatti un’infinità di cittadini chiamati in segno di devozione, proprio con il nome del Vescovo di Canne, con la vocale rigorosamente inserita all’interno del nome. Diversi anni fa la questione tornò alla ribalta, si intendeva infatti omologare la città della Disfida al resto dell’Italia, omettendo la suddetta “i” utilizzata solo nella città pugliese.

La derivazione del nome dal latino Rogerius, pare abbia portato ad una traduzione con la “i”, alcuni studiosi suppongono si tratti di una traduzione scorretta del volgo, ma in realtà i barlettani al Ruggiero con la “i” ci tengono moltissimo: come poche altre esclusive nostrane, quel nome rappresenta un legame diretto con l’antichità, un radicamento storico locale che parla di una lunghissima tradizione devota.

San Ruggiero fu vescovo di Canne, nacque nel 1060 e morì nel 1129, fu venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Nacque a Torre Pietra, una località di Margherita di Savoia, già all’epoca Salina di Barletta. A Canne a partire dal X secolo sorse una diocesi, di cui Ruggiero fu eletto vescovo. Fu amato e venerato in quanto resse con dignità e forza la ricostruzione della sua stessa città natale, distrutta dai Normanni guidati da Roberto il Guiscardo. La sua passione e devozione portarono ad una ricostruzione florida, sostenuta dal conforto della fede e dallo stesso aiuto materiale della chiesa. Un personaggio di grande valore che si inserisce tra coloro che portarono ad un tangibile rinnovamento della Chiesa, separatasi dal potere temporale: intese infatti il suo episcopato come un servizio e non come uno strumento per raggiungere ricchezza e prestigio. Fu molto stimato dai suoi contemporanei e subito dopo la sua morte fu acclamato santo, con il suo corpo adagiato presso l’altare maggiore della cattedrale di Canne.

Uno dei luoghi a lui dedicati è la celebre fonte di San Ruggiero, la Locus Sancti Rogerii, un luogo in cui si trova ancora ai giorni nostri una fonte, che secondo la tradizione fu fatta scaturire dal Santo in un momento di siccità, con il suo bastone pastorale. Per la decadenza di Canne, il popolo e lo stesso vescovo si rifugiarono nella vicina città di Barletta. Le spoglie del Santo saranno trasferite nella città della Disfida il 27 aprile del 1276, prima nella cattedrale di Santa Maria Maggiore e successivamente presso la chiesa del monastero delle benedettine di Santo Stefano, poi dette proprio di San Ruggiero. Ancora oggi il patrono è celebrato nella città di Barletta già dal 29 dicembre, in preparazione per la solenne festività del 30.

Un Santo molto amato e ancora oggi venerato come Patrono della città di Barletta insieme a Maria Santissima dello Sterpeto. Un nome, Ruggiero con la “i”, di derivazione germanica, introdotto sul suolo italiano già nella versione con la vocale. Una tradizione quella locale che con una semplice vocale rappresenta un vero e proprio simbolo di barlettanità nel mondo. A chi di voi non è capitato di incontrare un Ruggiero con la “i” fuori città e di porgli subito la domanda: “Sei barlettano?” Le dispute e le ricerche lasciamole agli storici, perché a noi la tradizione piace e una “i” in più non può che farcire al meglio un nome così caratteristico.