La chiesa di San Giacomo si identifica come una tra le più antiche della città di Barletta. Quando fu costruita si trovava infatti all’esterno dalla cinta delle mura e fu costruita strategicamente sulla strada per Canne della Battaglia. L’edificio attuale risulta da diverse stratificazioni edilizie avvicendatesi nel corso dei secoli ed è stato modificato dalle vicende che riguardarono l’antico borgo di San Giacomo.

All’interno dell’edificio una delle primissime attestazioni del culto cristiano è costituita da un bassorilievo in pietra dell’Annunciazione che risale all’VIII secolo con particolari riferimenti all’arte longobarda. Le prime testimonianze della chiesa risalgono al 1158 con una menzione in una bolla papale di Adriano IV ma sono diversi gli storici che attribuiscono la sua fondazione alla fine dell’XI secolo. Le supposizioni storiche associano la costruzione della chiesa agli abitanti di Canne della Battaglia che in quel periodo si trasferirono nella vicina Barletta per sfuggire alla distruzione della cittadella ad opera di Roberto il Guiscardo nel 1083. Alcune ipotesi alternative fanno risalire la chiesa ad un originario tempio pagano dedicato ad Iside, Osiride ed Oro. Una teoria supportata da un ritrovamento, nel corso dei restauri effettuati nel 1910, di medaglie su cui sono incise delle divinità egiziane.

Dopo la distruzione di Canne gli abitanti si stabilirono lungo i tracciati che conducevano all’antica cittadella, fondando così la chiesa di San Giacomo. La chiesa fu inizialmente affidata ai Benedettini e dipese dall’abbazia della Santissima Trinità di Monte Sacro nel territorio tra Mattinata e Manfredonia, sul Promontorio del Gargano.

Dalle testimonianze si evince che inizialmente la chiesa si presentasse in stile gotico, con tre navate a transetto, costituzione poi modificata nel corso degli anni. Il complesso presentava probabilmente anche un monastero (il palactium), un ospedale ed un cimitero dei monaci al contempo orto. La chiesa fu ampliata la prima volta nel 1164, di questo si ha testimonianza grazie ad un documento notarile.

Nel 1205 Federico II concesse l’edificazione di un mulino, di una taverna e di un forno alla chiesa, solo per uso religioso e civile, nel frattempo proseguiva il contributo della chiesa verso l’abbazia di Monte Sacro. Nei primi anni del XII secolo, intorno alla chiesa e agli edifici che ad essa appartenevano, si formò un vero e proprio borgo, successivamente inglobato nella stessa città. Con le donazioni dei fedeli il complesso si ampliò ulteriormente e nel 1317 il cappellano ottenne la conduzione di due case ed una campagna confinante con il monastero benedettino, case alla sua morte divenute di proprietà del convento. Furono frequenti nel corso degli anni le donazioni che portarono alla formazione della chiesa di San Giacomo attuale, con numerosi edifici donati dai fedeli, dai sacerdoti o dagli stessi monaci benedettini.

Nel 1384 Barletta fu colta dalla peste che decimò i benedettini; restarono i chierici della chiesa che dal 1390 ebbero definitivamente il possesso sulla struttura. La chiesa verrà sottoposta al vescovo di Siponto, mentre il borgo sarà consegnato ai vescovi di Trani a cui passerà anche la chiesa nel 1586. Il primo campanile verrà abbattuto a causa della sua instabilità e verrà sostituito da archi con campane. Nel 1594 sarà istituita la parrocchia a cura dell’arcivescovo Giulio Caracciolo per appianare i dissidi e le disparità tra la chiesa di San Giacomo, Santa Maria Maggiore ed il Santo Sepolcro, già parrocchie.

La chiesa verrà riconsacrata nel 1726 in seguito al restauro della chiesa a cui fu aggiunto nel 1812 l’altare della chiesa dell’Annunziata. Nel 1843 fu costruito l’obelisco con l’orologio con vaghe reminiscenze egizie, presente ancora oggi sul fronte settentrionale. La torre con l’orologio nella piazza antistante la chiesa, verrà costruita nel 1895 per consentire la vista dell’orario su tutte le facciate. Nel 1923 verrà inaugurata la Cappella del Sacro Cuore mentre la casa canonica verrà costruita nel 1945. La chiesa è dotata di un ricco patrimonio artistico di oggetti liturgici, tavole, reliquiari e paramenti sacri appartenenti al periodo tra il XIII ed il XX secolo.