«Il mio rispetto per le istituzioni mi ha sempre portata a credere molto nel ruolo del Consigliere Comunale e credo che questo ruolo lo si onori fino in fondo soprattutto scegliendo di intervenire dai banchi della maggioranza anche in maniera critica, quando è necessario.  Francamente trovo che l’idea di inserire fra i punti all’o.d.g. del Consiglio Comunale di ieri quello relativo alle nomine dei quattro componenti del Cda dell’Asp (Azienda di Servizi alla Persona – ex Cappuccini), sia stata una pervicace scelta di questa Amministrazione di difendere decisioni e metodi, a mio avviso, sbagliati. Metodi sbagliati relativamente al tema della rappresentanza politica, del coinvolgimento della maggioranza e – soprattutto -relativamente al tema della meritocrazia nella scelta delle nomine del Cda di un’azienda delicata come l’Asp». A scrivere è  Stella Mele, Consigliere Comunale e Presidente della settima commissione Cultura e Pubblica Istruzione.
«Credo che ci siano dei momenti in cui, in qualità di Amministratori, dovremmo essere tutti chiamati a saper distinguere il GIUSTO dall’UTILE e credo che uno di questi momenti avrebbe potuto essere quello di ieri, in cui la maggioranza aveva l’onere di nominare i consiglieri di amministrazione di un’azienda che si occupa di un settore importante quale è quello della salute dei nostri anziani – spiega la nota –  È in momenti come questi che la Politica ha il dovere di assumersi tutte le sue responsabilità. Nel prendere la parola ho ricordato al Consiglio Comunale con quanta serenità io parlassi, serenità dovuta al fatto che in un anno e mezzo di questa amministrazione, la sottoscritta non sia mai andata raminga dal Sindaco a rivendicare postazioni o rendite di posizione, se non avergli recentemente ricordato, attraverso un legittimo documento politico, quanto la lista alla quale faccio riferimento, ad oggi, non abbia alcuna rappresentanza in giunta. Ma questo è secondario rispetto alle scelte che attenevano al punto oggetto di dibattito e di votazione. L’importanza che ricopre l’ “Azienda di Servizi alla Persona” credo che meritasse un approfondimento in più, circa la comparazione delle comprovate o meno competenze in capo ai componenti da eleggere per la formazione del Consiglio di Amministrazione di un’azienda che non è certamente chiamata ad occuparsi della gestione di campetti da calcio, nè della produzione dello zucchero filato, ma della qualità della vita, del tempo e della salute dei nostri anziani.  Per tali ragioni ho scelto convintamente di non partecipare al voto e di dissentire sui criteri adottati».