Impossibile non riconoscere a colpo d’occhio i quadri di Fernando Botero dove tutti i personaggi riempiono lo spazio della tela con le loro carni abbondantemente straripanti. “Botero” diretto da Don Millar in programma alla Multisala Paolillo martedì 21 gennaio (ore 19.30 – 21.45) racconta il suo stile unico, il dietro le quinte della vita e della carriera dell’artista, definito uno dei maggiori pittori e scultori viventi.

Il documentario è ricco di aneddoti, di contenuti inediti, di interviste utili a delineare la poetica di Botero, racchiusa nelle sue stesse parole “la mia vita è dipingere”. Un percorso che comprende i suoi anni giovanili e burrascosi, le prime mostre in Europa e la piena affermazione di cui gode oggi.

Originario del Medellin, nel dipartimento di Antioquia, in Colombia, Fernando si fa strada nel complicato ed esclusivo mondo dell’arte da solo, e per lungo tempi senza guadagnare molto. La sua carriera comincia con appena due pesos (ricavato della vendita del suo primo quadro) che racconta di aver perso appena ricevuti per via del troppo entusiasmo mentre tornava a casa.

Tutto ha inizio da un bozzetto di un mandolino. L’artista traccia sul foglio i contorni dello strumento musicale e, al momento di inserire il foro centrale nella cassa armonica, in modo da conferire profondità e spessore all’oggetto, si accorge che il segno scuro che ha disegnato è troppo piccolo rispetto alla cassa. La sproporzione del foro esaspera i volumi e lo strumento sembra esplodere. Proprio di fronte a quello schizzo, Botero narra di aver compreso quale fosse il suo talento.

Figure tondeggianti, studio dei volumi, elegante sensualità, questi sono i concetti dello stile di Botero. Protagonisti delle opere sono personaggi vari, dalle ballerine ai trafficanti di droga, dai vescovi alle prostitute, in una continua commistione tra puro e corrotto, tra sacro e profano.

Ricerca e sperimentazione continua lo portano ad adottare diversi approcci e tecniche, compresa la pittura. La sua arte è catarsi, resilienza, unica via per superare i momenti difficili, primo tra i quali la morte del suo terzo figlio, avvenuta nel 1974 a causa di un incidente stradale. La toccante serie di Pedrito aiuta Botero a superare la tragedia, proprio per il carattere emotivo intrinseco nella creazione dell’opera d’arte.

Il film diretto da Don Millar, prodotto da Hogan Millar Media e distribuito da Feltrinelli Real Cinema e Wanted Cinema, presenta una partitura originale, registrata da un’orchestra d’archi di 23 pezzi.

Botero” è stato girato ad Aix-en-Provence, Bogotà, Firenze, Medellin, Monaco, New York, Parigi, Toscana e Roma tra maggio 2017 e aprile 2018. Ulteriori filmati sono stati raccolti dalle visite di Botero a Pechino, Hong Kong e Shanghai nel 2015 e 2016, oltre che da fonti archivistiche.