«Ma che Disfida è senza rievocazione? Domanda provocatoria e, per qualcuno, anche imbarazzante. Domanda perfino “populista” nell’attuale quadro politico-amministrativo di Barletta, città autoproclamatasi “della Disfida” ai tempi del defunto (e mai fin troppo rimpianto dalla gente) sindaco Francesco Salerno.

Cerchiamo di capire perché in attesa di completare certi ragionamenti nella prossima settimana, quando tutto il programma degli eventi di questo mese di settembre sarà stato consumato. Ed a proposito proprio di settembre, iniziamo anche a domandarci se sia proprio settembre il tempo più indicato per l’appuntamento Disfida turistica. Visto (e considerato) che lo slittamento a fine estate fu deciso come abbinamento optional alla Fiera del Levante anni Ottanta, quando la campionaria macinava visitatori e dunque poteva rappresentare un bacino di pubblico aggiuntivo. Ma quella Fiera, per vari motivi, è diventata tutta un’altra cosa. E quindi l’interrogativo resta: Disfida turistica ancora a settembre o magari torniamo a farla nel mese di luglio? Vedremo…

E veniamo al punto critico. Che l’impostazione tutta “teatralizzata” della Disfida di Barletta come veicolo di promozione turistica e storico-culturale fosse criticabile sembrava una chiacchiera di paese. Dove noi ce la cantiamo e noi ce la suoniamo…

MA IL CONTROLLO DI QUALITÀ è arrivato direttamente da Roma e da un livello nazionale di altissima caratura: la Commissione del Ministero della Cultura istituita per valutare la concessione di contributi a valere sul Fondo (nazionale) rievocazione storica.

Che ha sostanzialmente bocciato la progettualità firmata da Sergio Maifredi ed avallata dalla giunta comunale con delibera che pomposamente la metteva sull’altare, come sta scritto nella determina dirigenziale del settore beni e servizi culturali: “L’Amministrazione comunale di Barletta, con atto di Giunta n.70 del 13.05.2021, ha approvato il progetto artistico denominato “Barletta Disfida Opera Viva” presentato dal Direttore artistico della Disfida di Barletta, Dott. Sergio Maifredi, ritenendolo pienamente soddisfacente per qualità della proposta artistica e rispondente alle richieste dell’Amministrazione e agli obiettivi di valorizzazione di sviluppo turistico-culturale della nostra città”.

Con tutto il rispetto per l’onorevole giunta del mese di maggio ultimo scorso, sono passati secoli e quella giunta (sicuramente composta da gente esperta del settore e sicura interprete del sentimento popolare…) si è ormai “azzerata” nelle mani del sindaco Cannito.

Ma torniamo alla determina 1426 del 26/08/2021 dove sta scritto testualmente: “In data 28.01.2021 l’Ufficio Cultura del Comune di Barletta ha istruito apposita istanza di contributo – n. DOM-2021-56154-FNRS-00001– sottoscritta dal Sindaco in qualità di Legale Rappresentante dell’Ente, secondo i criteri stabiliti dal D.M. 294 del 24 giugno 2020, prevedendo un piano finanziario di spesa di € 334.590,00, coperti con € 140.000,00 di risorse a carico del Bilancio Comunale e con € 194.590,00 richieste al MIBACT come quota di finanziamento. Con Decreto ministeriale n. 1096 del 02/07/2021, Direzione Generale Spettacolo – Servizio II – Attività Liriche e Musicali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stato concesso al Comune di Barletta un contributo di € 31.280,40 per la Rievocazione della Disfida di Barletta nell’anno 2021, con il punteggio max assegnato dalla Commissione di valutazione dei progetti”.

Quindi, a Roma, in una visione nazionale ed in quella commissione nazionale certamente composta da esperti delle rievocazioni storiche (quelle vere), hanno “segnato” il progetto Maifredi ritenendolo, a quanto risulta, attinente solo in minima parte ai criteri rievocativi storici.

E dunque torniamo a domandarci: ma che Disfida è questa, con una rappresentazione teatrale al Curci ed un carosello storico sul selciato di Piazza Moro con i cavalli a rischio pericolose cadute, con un modesto apparato storicamente riconducibile all’epoca (1503) e così confezionato?

Ma soprattutto: che Disfida è mai questa 2021 o quella o quelle che verranno senza una vera e propria rievocazione?»

Nino Vinella, giornalista