In occasione dei duecento anni della morte del Bonaparte alla Multisala Paolillo di Barletta lunedì 8 novembre il film “Napoleone. Nel nome dell’arte” (spettacolo unico ore 19.30).

Sul grande schermo il racconto della passione (talvolta ossessione) del politico e generale francese per l’arte e il sapere. Una totale dedizione che ha cambiato il volto della cultura moderna: dalla nascita di scuole, biblioteche e musei pubblici (tra cui Brera e il Louvre), alla fondazione dell’egittologia grazie alla Campagna d’Egitto e alle favolose scoperte archeologiche. Attraverso la sua biblioteca portatile, che lo seguiva sul campo di battaglia, lo spettatore entrerà nella sua mente e nelle sue predilezioni letterarie.

“Napoleone. Nel nome dell’arte” diretto da Giovanni Piscaglia (soggetto di Didi Gnocchi e sceneggiatura di Matteo Moneta) si avvale della guida eccezionale del Premio Oscar Jeremy Irons e propone la colonna originale del compositore e pianista Remo Anzovino, con l’esecuzione, per la prima volta, da allora, del brano composto per la cerimonia di incoronazione di Napoleone, recentemente riscoperto nell’Archivio del Conservatorio di Milano.

Punto di partenza del film è infatti l’incoronazione di Napoleone a Re d’Italia nel Duomo di Milano il 26 maggio 1805: un momento che evidenzia il forte legame con il mondo greco-romano, con quello rinascimentale e con l’eredità longobarda, rappresentata dalla Corona Ferrea che il Bonaparte volle indossare al culmine della cerimonia. In quella circostanza fu eseguito il Te Deum di Francesco Pollini, ritrovato dalla docente del Conservatorio di Milano Licia Sirch tra le carte dell’Archivio di Stato.

Durante l’angosciosa deriva di Sant’Elena, prima della morte, Napoleone pensava – si legge nelle memorie – che i posteri lo avrebbero ammirato non solo per le battaglie, ma per avere portato al popolo cultura e bellezza, creando la scuola pubblica e l’idea moderna di museo universale.

Mente infaticabile, memoria prodigiosa, appassionato di ogni disciplina, Napoleone (1796 – 1821) trasformò il suo naturale senso di superiorità in istinto paterno: i cittadini dell’Impero erano per lui figli da educare, con i dipinti, le sculture, la musica, il teatro.

Scrittore mancato, lettore compulsivo, ammiratore dell’arte e della sua forza di comunicazione, Napoleone fu spinto alle sue imprese dalla brama di potere e di gloria, ma anche dal bisogno di conoscenza e dall’ambizione di associare la sua immagine alle grandi civiltà del passato.

Nei territori conquistati portò riforme scolastiche, rivoluzioni architettoniche e urbanistiche e un nuovo modo di intendere il classicismo: lo Stile Impero, di cui parte integrante è la figura del sovrano, effigiato in busti di marmo, monete e tabacchiere, oppure citato solo attraverso la celebre N.

Per comprendere appieno la figura del Bonaparte il film raccoglie gli interventi di numerosi e prestigiosi storici nazionali e internazionali.

“Napoleone. Nel nome dell’arte” è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital con il sostegno di Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia e con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamenti Musei.

Il prossimo appuntamento de “La Grande Arte al Cinema” alla Multisala Paolillo è “Pompei. Eros e Mito” in programma martedì 30 novembre.