«Come tante altre associazioni e comitati siamo stati “assediati”, nelle scorse settimane, affinché partecipassimo all’incontro di Emiliano a Barletta, che si è, ahinoi, rivelata come una kermesse pre-elettorale organizzata, ancora una volta, dai soliti “ciambottisti delle politica” sulla pelle dei cittadini che avrebbero dovuto essere al centro di un confronto, ma che sono stati totalmente ignorati». Intervengono così i referenti del comitato di quartiere zona 167 di Barletta Giuseppe Dibari, Raffaele Patella e Rosaria Mirabello.

«Le immagini e i resoconti giornalistici – proseguono – hanno strappato la maschera a questa messa in scena e mostrato il vero volto dell’iniziativa, con la presenza della quasi totalità di politicanti e affini che hanno di fatto aperto una infinita campagna di raccolta del consenso.

Bene abbiamo fatto come comitato della zona 167, rappresentanti degli abitanti della periferia, a non cedere alle pressanti richieste di partecipazione, fiutando l’inganno che si sarebbe perpetrato ai danni dei liberi cittadini che sarebbero stati, ancora una volta, strumentalizzati e usati come la “facciata” bella di questa “passerella” tanto inutile quanto inconcludente rispetto alle istanze che i cittadini da anni avanzano a chi amministra.

Ci hanno persino addebitato la responsabilità di sottrarci al dialogo, lanciando solo “pietre” contro chi ha amministrato o si candiderà a farlo solo perché abbiamo affermato che i cittadini sono stanchi delle loro manfrine. In verità, da tempo sollecitiamo il dialogo sui problemi veri e non su altro, ma le risposte non sono arrivate e le criticità sono sempre ferme lì dove erano. Il governatore pugliese e tutti gli altri attori e comparse di questa commedia potrebbero impegnare tempo e risorse per soluzioni concrete e a vantaggio della città.

A riprova dell’impegno profuso nel tempo dai cittadini, vi sono le molteplici iniziative a cui, chi oggi ci addebita la mancanza di partecipazione e dialogo, non ha mai partecipato né speso nemmeno una sillaba. E poi, non possiamo tacere le difficoltà incontrate nell’organizzare persino una semplice riunione di cittadini all’aperto. A questo proposito ci duole dover rilevare che le parrocchie abbiano negato uno spazio per un incontro tra liberi cittadini, per poi concederlo senza indugio ad una passerella politica che dei cittadini si serve nella maniera più discutibile.

Vorremmo esortare chi si ostina ad utilizzare queste logiche bizantine a dare una sterzata decisa, dirigendosi verso le attese dei cittadini e non contro, come queste manifestazioni rivelano di fare».