Da tre decenni, il barlettano Francesco Lotoro, docente di pianoforte presso il Conservatorio “U. Giordano” di Foggia, ricerca e raccoglie le composizioni musicali dei prigionieri dei campi di concentramento e sterminio, dei gulag sovietici e di prigionia militare; materiale fragile e prezioso sparso per il mondo, salvato in modalità rocambolesche, che rischiavano di scomparire. Lotoro ha  recuperato finora 8.000 opere musicali di qualunque genere: jazz, musica sinfonica, folk, musica dodecafonica, musica classica sui seguenti supporti: fragile carta, microfilm, diari, quaderni musicali, registrazioni fonografiche, interviste a musicisti sopravvissuti. Questa musica è stata incisa in formato CD, in una enciclopedia di 24 volumi, dal titolo “KZMusik”.

La ricerca di Lotoro  ha suscitato l’interesse delle università americane e britanniche, delle tv nazionali ed estere, delle comunità ebraiche sperse per il mondo. Nel 2011, lo scrittore francese Thomas Saintourens pubblica il libro “Le Maestro” sulla vita e sulle ricerche di Lotoro; nel 2015 è stato tratto un documentario ispirato dall’omonimo libro, diretto dal regista franco-argentino Alexandre Valenti.

Nel 2014, Lotoro crea a Barletta la Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria (Fondazione ILMC) che si occupa di ricerca, studio, catalogazione, registrazione, pubblicazione e promozione della produzione musicale concentrazionaria, creata in condizioni di prigionia civile e militare. La Fondazione ha presentato al Comune di Barletta il progetto della Cittadella della Musica Concentrazionaria, ottenendone parere favorevole, i lavori stanno per partire. La Cittadella sorgerà su una superficie di 8.000 mq presso l’area dell’ex distilleria. Importante partnership con la USC Shoah Foundation, che gestisce 55.000 interviste ai sopravvissuti, realizzate da Steven Spielberg.

La partnership tra la USC Shoah Foundation e la Fondazione consentirà al Maestro Lotoro (assistito da un team per metà americano e per metà italiano) di cercare all’interno dell’Archivio quelle interviste che contengono informazioni legate all’attività musicale nei campi e di scoprire  nuove testimonianze musicali.

La sintesi delle sue avventurose e rocambolesche ricerche è stato narrato dal  musicista nel libro “Un canto salverà il mondo” (Feltrinelli editore), presentato a Barletta presso la sala rossa. Hanno dialogato con l’autore Ottavio Di Grazia (professore di Storia delle religioni del Mediterraneo presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa) e Luigi Pannarale (professore di Sociologia del diritto all’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari). Sono intervenuti: Francesco Alecci, (Commissario Straordinario del Comune di Barletta),  Bernardo Lodispoto (Presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani). A fine serata, c’è stato un intervento musicale del violinista Fabrizio Signorile, che per l’occasione ha suonato lo strumento suonato ad Auschwitz dal violinista polacco Jon Stanislaw Hillenbrand e donato  dalla sua vedova alla Fondazione ILMC presieduta da Lotoro.

Maestro Lotoro, perché raccontare la storia della sua ricerca in un libro?

«Per la necessità di dare un punto di vista più divulgativo e “abbordabile”, senza smettere con la ricerca scientifica, che prosegue. Ho scritto un libro che sintetizzasse i 33 anni di ricerche. Non è stato un lavoro facile ma l’editore Feltrinelli è stato attento alle mie esigenze».

Il titolo è “Una musica salverà il mondo”. In tempo di negazionisti, il mondo ne vorrà sentire parlare ancora, oppure farà finta che i campi di prigionia siano mai esistiti?

«Questo libro è la sfida che lancio. Potrei perdere la sfida, ma almeno avrò lottato. Se non l’avessi fatto, avrei perso in partenza. La sfida è generazionale, si parte dalla musica , che è un pretesto per veicolare valori di solidarietà e concetti sociali, che non vedo ancora espressi. L’altra sfida è stata dare “pugliesità” al progetto, che ha sede a Barletta. Le Istituzioni hanno accolto la sfida: la Città di Barletta, la Regione Puglia e lo Stato».

Quando inizieranno i lavori della Cittadella della Musica Concentrazionaria, che raccoglierà il prezioso materiale musicale raccolto in 30 anni?

«I lavori partiranno tra estate e autunno 2022».

Quali saranno i prossimi viaggi di ricerca?

«Devo recuperare i 2 anni di  stop forzato  causato dal covid, sebbene sia andato in Israele in piena pandemia. Le prossime tappe saranno Amburgo e nella seconda parte dell’anno andrò ad Hong Kong, Shangai e Canberra ».

A cura di Tommaso Francavilla