La sfida è ufficialmente lanciata. Dopo i rumors degli scorsi mesi, cui ha fatto seguito un lungo periodo di silenzio, Cannito ha annunciato la sua candidatura a sindaco in vista dell’imminente tornata amministrativa. Per l’ex primo cittadino(sfiduciato lo scorso ottobre ndr), che ha incontrato nella giornata di ieri i giornalisti presso i giardini del lungomare ”Pietro Mennea”, sarà la terza ”corsa” consecutiva, dopo il terzo posto ottenuto nel 2013( Partito Socialista in testa e da altre liste civiche ndr) alle spalle di Alfarano e del vincitore Cascella, e, soprattutto, dopo il successo con largo divario nel 2018.

Diversi i temi che emergono dalle dichiarazioni dell’ex primario del Pronto Soccorso di Barletta. In primis, la scelta dei giardini, progetto portato a compimento da Cannito, come ricorda fieramente, simbolo di quella bellezza e di quella libertà per cui vuole battersi per ”lasciare un buon ricordo ai nostri figli e ai nostri nipoti”. Poi spazio alla crisi, in una Barletta falcidiata, sulla scia del contesto nazionale, dall’aumento dell’inflazione, del ”caro-bollette”, dallo stallo sulle opere pubbliche ancora ferme e dal mancato dibattito sui nuovi fondi derivanti dal PNRR.  Dopo aver citato queste tematiche e dopo le promesse ai cittadini di essere ”un buon padre di famiglia che non abbandona mai la sua famiglia”, arriva il primo interessante spunto sul piano politico: il rinnovo al civismo. Un civismo a cui Cannito allude senza entrare nello specifico e aperto a tutti i volenterosi, come del resto aveva fatto nel 2018, ma in cui non si potrà prescindere dall’apporto del centrodestra. ”E’ sempre stato leale con me”, l’allusione alla formazione dell’ultima giunta e al sostegno di chiara impronta conservatrice, nella campagna elettorale, è lapalissiana.

Importante anche il riferimento ai giovani: scelta di propaganda o la volontà di Cannito di puntare su un gruppo emergente e in grado di abbassare la media della classe dirigente politica barlettana? Considerando la scarsa propensione che ha Barletta verso il ”turnover” lo scetticismo non manca, ma staremo a vedere. Spazio poi rivolto, direttamente, a coloro ”che in questi ultimi vent’anni hanno governato Barletta, facendo cadere ben tre sindaci”. Il duello con Caracciolo e con il gruppo facente riferimento al potente consigliere regionale, ”Cantiere Barletta” , giudicato responsabile per la crisi amministrativa, è rinnovato. Un ”bipolarismo”, se vogliamo utilizzare un termine di altra epoca e di ben più importanti risvolti storici, made in Barletta insomma: da una parte Cannito e le liste di centrodestra che decideranno di appoggiarlo, dall’altra i ”caraccioliani”(o tutto il PD con i ”menneani”? ndr), sostenuti da ‘‘La Buona Politica”, allargati ai Cinque Stelle(di respiro regionale sotto l’impulso di Emiliano ndr) e ad altre liste? Per adesso è possibile solo fare ipotesi, ma occhio alle sorprese in un contesto segnato da continui capovolgimenti e in cui i vecchi schemi politici, se non in qualche eccezione, sono crollati uno ad uno.

La chiosa è un invito ai barlettani, i veri ”padroni” per cui Cannito promette di combattere una battaglia di libertà, indossando la casacca della città. Una vittoria che sarebbe ”una Disfida”, come letteralmente sottolinea l’ex primo cittadino. Un riferimento in un’occasione, quella elettorale, ben più prosaica rispetto al celebre combattimento che ha reso Barletta famosa in tutto il mondo. Resta comunque il fatto che, al di là delle interpretazioni che si possono dare sull’intervento di ieri, la ”mission”, per Cannito e per il suo sfidante o sfidanti, deve essere ora quella di parlare di contenuti, dopo due anni segnati, oltre che dal Covid, da continui stalli sul fronte politico e dall’incapacità di tutta la classe dirigente di portare a compimento importanti opere pubbliche cittadine.

A cura di Giacomo Colaprice