Bellissimo e imperdibile. In occasione del giorno della Memoria arriva nelle sale “Hometown” il viaggio di Roman Polanski e Ryszard Horowitz tra la Shoah e i ricordi dei bambini di allora. Il film è in programma giovedì 26 e venerdì 27 gennaio alla Multisala Paolillo di Barletta.
Diretto dai polacchi Mateusz Kudla e Anna Kokoska Romer, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, l’eccellente lavoro finisce per rendere i due protagonisti “due voci utili a impedire che tutto questo possa nuovamente accadere in futuro”.
I due amici si ritrovano a Cracovia. Roman Polanski, regista di fama mondiale vive a Parigi, ha 89 anni. Ryszard Horowitz, 83 primavere, risiede a New York, è un grande fotografo. Insieme camminando per le strade rievocano i momenti più complicati di quell’epoca, quando furono separati dalla persecuzione nazista degli ebrei: Polanski, fuggito dal ghetto, dopo la deportazione dei genitori, si nascose in campagna, Horowitz finito ad Auschwitz, fu uno dei bambini salvati da Oskar Schindler.
Ritrovarsi significa rammentare il tempo trascorso nel ghetto, riconciliarsi con la triste e drammatica giovinezza. Uno dei momenti più toccanti è l’incontro con i nipoti dei contadini che accolsero il piccolo Roman. Emozioni pubbliche e private di una tragedia universale. Entrambi si sono innamorati dell’arte. Nella triste realtà della Polonia comunista contro il volere dei governi hanno studiato e scoperto la bellezza del jazz e pensato di andare via dal paese. A fine anni ’50 Polanski lasciò Cracovia per girare film e Horowitz volò negli States per costruire la sua carriera nel mondo della fotografia.
Con “Hometown” i due artisti straordinari si sono rivisti in Polonia. I due maestri coinvolti intimamente in un destino spietato nell’incubo dell’Olocausto, divenuti famosi a livello internazionale, affrontano argomenti della loro esistenza inquadrando il vissuto con i temi della segregazione, della persecuzione, dell’odio razziale, dell’annullamento degli affetti, della morte interiore. Con la speranza e l’ottimismo che li hanno sempre accompagnati rivedono i luoghi della loro formazione, spazi riconducibili alla profonda unione cementata dalla passione per la vita.
“Fantasmi. Momenti che ritornano alla mente. È difficile raccontarli, bisogna averli vissuti” dice Polanski in una scena. Gli fa eco Horowitz “Conserviamo i ricordi belli. Quelli brutti diventano sfocati”.
“La mancanza di rispetto per le religioni diverse, per le origini diverse, per il colore della pelle diverso è crudele e dimostra come la storia si ripete. Tutto si ripete dopo qualche decennio, la guerra o qualche disordine, cambia poco, le persone sono da sempre crudeli” scrivono nelle note di regia Mateusz Kudla e Anna Kokoska Romer.
Un film sublime. Commovente. Un lascito al mondo con un finale luminoso.