Ecco la seconda parte dell’intervista all’ormai ex segretario cittadino del PD, Franco Ferrara, dopo la prima parte già pubblicata ieri su queste pagine; la chiacchierata offre qualche spiegazione in più e qualche spunto di riflessione sull’ormai risolta, almeno così si dice, crisi politico-amministrativa legata alla maggioranza che regge il sindaco Cascella ed in particolare il Partito Democratico.

Ai cittadini, elettori del PD sfugge il reale motivo del contendere nel partito che produce di fatto queste continue tensioni che finiscono col danneggiare la sfera amministrativa, ora di Cascella, prima di Maffei.

«Penso che i motivi siano diversi, cambiano le situazioni contingenti, magari possono avere lo scenario unico del PD. La relazione del PD con Cascella nasce male sin dall’inizio: abbiamo mascherato una cattiva conduzione amministrativa; Cascella arrivava con un bagaglio di esperienza eccellente, vicino all’Olimpo della politica nazionale: abbiamo sognato che potesse dare un contributo essenziale, ma nei fatti abbiamo costatato che così non è stato. La prima Giunta, “degli amici”, ha compromesso i rapporti con i partiti della coalizione. Cammin facendo abbiamo assistito ad una serie di fallimenti, già da tempo da me denunciati a mezzo stampa. Già dai primi tavoli politici registravo una scarsa conoscenza dei problemi della città. Cascella è stato scelto da Roma per ricostruire la coalizione progressista esplosa dopo l’esperienza Maffei; per far ciò era necessaria capacità di coordinamento e relazionali, doti che non abbiamo potuto riscontrare in Cascella. L’aspetto caratteriale ha dato luogo a una forma di satrapismo nella coalizione, anche per colpa delle altre forze politiche di coalizione che per timore di dover rinunciare a qualcosa si sono ancor più arroccate sulle loro posizioni, anche personali, consolidate senza voler condividere in minima parte le difficoltà, anche se interne al PD, estraniandosi e rimanendo sulle rive del fiume in attesa dei cadaveri. Anche i dirigenti comunali hanno costruito dei veri e propri feudi di potere, non comunicanti tra loro, che hanno prodotto la paralisi della macchina amministrativa».

Prima Giunta definita “degli amici”, seconda “politica”, voluta dal PD con un maggiore riconoscimento per questa forza politica: perché lo strano documento presentato in consiglio lo scorso 17 giugno richiedente una nuova Giunta tecnica?

Intervista a Franco Ferrara
Intervista a Franco Ferrara

«Quel documento aveva una valenza certamente provocatoria: nonostante l’ottenimento della nuova Giunta “politica”, Cascella ha continuato a lamentarsi del non progredire dell’azione politico-amministrativa. C’è stata sempre la necessità di ricompattare la coalizione perché rischiava di perdere pezzi continuamente proprio a causa dell’incompatibilità con il primo cittadino. Anche sulla questione BAR.S.A., sappiamo che Cascella ha sempre avuto una visione diversa da quella del PD, anche se non ne siamo mai venuti a conoscenza. Riguardo a molti altri provvedimenti non c’è mai stato un reale confronto con il Sindaco: il PUG resta ancora lontano dai cittadini per mancanza di un utile e reale condivisione dello stesso».

Nonostante tutto, dobbiamo costatare una divergenza tra alcuni militanti del PD barlettano e la segreteria: una lettera, sottoscritta anche da alcuni consiglieri comunali, indirizzata a Lacarra denunciava lo scarso coinvolgimento nelle scelte del momento di crisi a Barletta.

«Ho sempre rispettato chi ha portato contenuti nel confronto politico, ma ciò non deve rappresentare un mero esercizio di visibilità che vada ad ostacolare il percorso democratico interno in favore di una visione populista. Diversi di quei firmatari non hanno mai partecipato alla vita ordinaria del partito e mi meraviglia la sottoscrizione da alcuni facenti parte della segreteria, perché un componente della stessa è sempre invitato. Comunque 14 firme rispetto ai 3500 tesserati non sono neanche una sparuta minoranza».

La politica barlettana inizia a ipotizzare le candidature dei prossimi appuntamenti elettorali?

«Non posso negare che s’inizia a parlarne: la confusione in campo è frutto di questo momento di crisi generale. Sono ottimista che questa fase gestita da Lacarra possa portare buoni risultati».