Bisogna parlarsi chiaro: a parte la straordinaria vittoria di Matteo Renzi alla Segreteria nazionale con un sonoro 70% (quasi 1,3 milioni di preferenze), il risultato in campo provinciale, per eleggere i componenti della Commissione nazionale che andrà ad eleggere il Segretario, offre delle letture chiare. Innanzitutto, l’ottima partecipazione verificatasi sia a livello nazionale (oltre 1.800.000 voti), sia a livello locale (a Barletta hanno partecipato alle Primarie nel seggio presso la Galleria del Teatro Curci oltre 6000 votanti) mostra con esattezza che l’elettorato di centrosinistra, in un modo o nell’altro, c’è sempre e sarebbe miope pensare che si fermi a quei numeri. Quindi sia da monito anche per i prossimi appuntamenti elettorali sia a livello nazionale che a livello cittadino. La vittoria di Renzi mostra un’adesione al cambiamento che gli elettori hanno mostrato di preferire rispetto i disegni della sinistra di un tempo, questo non si può negare.
Emiliano, come già abbiamo avuto modo di raccontarvi, ha vinto nella sua regione Puglia, nella Bat in cui aveva ben tre liste a supporto e anche a Barletta: la lista “Emiliano per l’Italia”, guidata in qualità di capolista dal consigliere regionale Filippo Caracciolo, è risultata la più votata nell’intero territorio provinciale attestandosi su una percentuale pari a circa 32% con quasi 7 mila preferenze, e a Barletta dove ha raggiunto 3000 preferenze. A Trani, con 1250 preferenze, ha superato la lista Orlando, nonostante la candidatura come capolista del sindaco Bottaro. Per non parlare del deludente risultato della stessa lista a Barletta (meno di 350 preferenze), nonostante la candidatura della consigliera comunale Giuliana Damato e del Primo cittadino Pasquale Cascella. I candidati per ora eletti nell’Assemblea nazionale sono Caracciolo, Ruggiero Mennea che ha offerto un buon risultato per la mozione Renzi nella Provincia e a Barletta, e il sindaco di Bisceglie Spina sempre a favore di Emiliano. È mancato il supporto della parte più ‘tradizionale’ del Partito Democratico, che probabilmente non si è recata nemmeno alle urne visto che l’affluenza, sebbene assolutamente positiva e confortante, abbia comunque registrando un calo di quasi 1 milione di voti a livello nazionale rispetto alle Primarie del 2013, e viste anche le presenze ai seggi di elettori non proprio vicini alle posizioni dei democratici. Inutile secessione dell’Aventino cui la mancata partecipazione di una determinata area politica fa sempre seguito la polemica degli scontenti, che resteranno sempre più scontenti non partecipando. Intanto, Filippo Caracciolo commenta: «Il congresso del Partito Democratico ci ha fornito una grande opportunità per confrontarci con i temi che interessano i cittadini e riguardano il territorio. Sono soddisfatto del risultato complessivo, reso possibile dal lavoro di squadra e dalla capacità di fare gruppo, perché ci incoraggia a proseguire lungo il cammino del lavoro prodotto ogni giorno. Continueremo ad essere credibili se sapremo, con umiltà, lavorare a beneficio del nostro territorio». Certo è che l’accoppiata Mennea-Caracciolo si riconferma in grado di muovere un notevole bacino elettorale.