Ha protocollato le dimissioni questa mattina l’assessore alla Polizia Locale di Barletta, Maria Anna Salvemini, sorella dell’ex vicesindaco e consulente del lavoro Nicola Salvemini, dopo che suo fratello è stato raggiunto da una misura cautelare con l’accusa di aver aiutato il gruppo malavitoso dei Sarcina a ripulire il denaro sporco proveniente dagli affari illeciti del clan, soprattutto il traffico di stupefacenti. Non è il primo guaio giudiziario con cui Nicola Salvemini deve fare i conti. Appena un mese fa era finito agli arresti domiciliari a conclusione di un’indagine della Guardia di Finanza su una truffa di 600mila euro ai danni dello Stato. Maria Anna Salvemini, totalmente estranea all’indagine che ha coinvolto il fratello, ha motivato le sue dimissioni, “che altrimenti – dice – non avrebbero motivo di esistere”, con la volontà di non mettere in difficoltà in alcun modo il Sindaco. Cannito in una nota ha ringraziato l’ex assessore per il lavoro svolto auspicando possa tornare presto ad un ruolo attivo per la città una volta superato il difficile momento famigliare. Secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile della Questura, il pregiudicato Pasquale Sarcina gestiva dal carcere di Secondigliano gli affari illeciti della famiglia, e con l’aiuto della moglie e della figlia, oltre che di alcuni prestanome, acquisiva a Barletta diverse attività commerciali allo scopo di utilizzarle come contenitori per il riciclaggio di denaro. “Nicola Salvemini – è scritto nell’ordinanza del GIP – si occupava della globalità delle operazioni da compiere per fornire un’apparenza credibile allo schema illecito creato dai Sarcina”, elaborando ad esempio le buste paga delle persone assunte fittiziamente nelle attività commerciali rilevate con l’obiettivo di ripulire il denaro proveniente dal traffico di droga. Agiva con le stesse modalità anche l’altro gruppo familiare indagato dalla Procura che aveva come riferimento il pregiudicato Antonio Capuano. Anche in questo caso una rete di parenti e prestanome permetteva l’acquisizione di diverse attività imprenditoriali allo scopo di riciclare i profitti illeciti derivanti dal traffico di stupefacenti. Ad assistere il gruppo e a far quadrare i conti era, secondo l’accusa, il commercialista Massimo Dinoia, raggiunto come Salvemini dalla misura degli arresti domiciliari. Al termine delle indagini, 16 persone sono state arrestate, tra cui Dario Sarcina, già in carcere per l’omicidio di Michele Cilli. Il Gip ha disposto il sequestro preventivo di 5 bar di Barletta e di una rivendita di prodotti surgelati, la Ingrosso Surgel Speed, considerata dagli inquirenti la “lavatrice” del denaro sporco dei Sarcina.
L’assessore Maria Anna Salvemini si dimette dopo l’arresto del fratello coinvolto negli affari del clan Sarcina
Appena un mese fa era finito ai domiciliari nell'indagine su una truffa di 600mila euro ai danni dello Stato



































