«Negli ultimi giorni, ad un lettore attento, al di là delle solite, ma ormai insopportabili, schermaglie della politica barlettana, non saranno sfuggiti alcuni articoli di stampa riguardanti settori importanti delle attività economiche cittadine, quali il commercio ed il turismo, in cui si evidenziavano inefficienze amministrative ed incapacità della Pubblica Amministrazione cittadina a dare risposte alle ataviche problematiche che affliggono gli imprenditori turistici e commerciali locali». Così, denunciano in una nota, F. Divenuto e R. Landrascina, rappresentanti di Confcommercio Barletta e Confesercenti BAT.

«Si è andati dalla endemica ed irrisolta problematica dei “dehors” delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, alla protesta degli operatori titolari di B&B, dalla protesta delle Confederazioni dei Balneari sul progetto delle “Spiagge con Servizi” al solito aumento della TARI.

E’ lecito conseguentemente, da parte nostra, in qualità di rappresentanti di categoria più rappresentativi, sollecitati da più parti, all’approssimarsi della stagione estiva, chiedersi cosa stia succedendo in una Città che in passato si era sempre distinta per essere tradizionalmente capace di dare risposte concrete, efficaci e risolutive in tempi brevi, ma, soprattutto, partecipate e condivise?»

«Ci si è chiesti,  è mai possibile che, nel pieno della legislatura dell’Amministrazione Cascella, quindi dopo un comprensibile periodo di rodaggio, i rappresentanti di Governo, Sindaco, Assessori e dirigenti al ramo, non siano ancora riusciti a stabilire un metodo di concertazione e partecipazione utile a dare risposte ai molteplici problemi delle “Attività economiche della filiera commerciale e turistica” che, a parole, tutti condividono essere il fulcro della riconversione economica a fini turistici della Città, ormai in crisi strutturale nei suoi settori tradizionali, industria in primis? E perché mai è maturata e sedimentata tanta conflittualità sulle problematiche poste all’attenzione della Amministrazione barlettana?

E cosi difficile soddisfare le elementari richieste dei gestori dei B&B del centro storico relative ai “pass, ai parcheggi, alla segnaletica, ecc. ecc. E’ possibile che, da oltre 4 mesi (09.12.2016, data dalla quale abbiamo inviato le proposte di modifiche all’attuale regolamento), i titolari dei Pubblici Esercizi non riescono a vedere soddisfatte poche, ma indispensabili richieste per poter esercitare senza timori e senza affanni la somministrazione all’esterno, in dehors, in inverno ed in estate, come avviene in tutte le Città d’Arte italiane, da Roma a Firenze, da Venezia a Milano, ecc?

Ed è proprio inevitabile convocare “ad horas” i rappresentanti di Categorie importanti per la filiera turistica, quali quelle dei Balneari, per accennare proposte, concordare un percorso di coinvolgimento per poi, e dopo appena 24 ore, constatare che, nonostante le rassicurazioni ricevute sui tempi del percorso segnato, il “piatto è servito” e perdipiù con pietanze indigeste agli stessioperatori?

Ma cosa sta succedendo? Al di là delle continue dichiarazioni verbali di Sindaco ed Assessori sulla volontà di stabilire una Strategia di Sviluppo fondata sulla collaborazione fra le Istituzioni ed i Rappresentanti Economici della filiera turistico – commerciale più rappresentativi, al fine di risolvere una volta per tutte le criticità che impediscono la crescita e limitano lo sviluppo di un Settore che tutti, solo a parole, considerano il volano ed il futuro dell’economia locale, a noi sembra che, in concreto, si siano messe in campo strategie ed azioni miranti a danneggiare e rendere ancora più difficile l’esercizio delle attività d’Impresa del Commercio e del Turismo, perdipiù incidendo in un momento storico di crisi strutturale mai vista negli anni della Repubblica.

Eppure, a questa Amministrazione, al Sindaco, agli assessori ed ai dirigenti competenti, succedutisi sino ad ora, sin dall’inizio, noi ed i nostri operatori economici, in maniera chiara ed inequivocabile abbiamo chiesto semplicemente “chiarezza”, “regole certe ed osservabili” e “tempi celeri”,facendo autocritica e ben sapendo che, durante gli anni precedenti, alcuni di essi (sicuramente da noi non rappresentati) avevano abusato della tolleranza espressa dagli Organi di Controllo preposti. Abbiamo chiesto, anche in previsione dell’imminente bando sui Distretti Urbani del Commercio (per il quale, solo grazie al nostro senso di responsabilità, il Sindaco è stato in grado di firmare il Protocollo con la regione e con le nostre rappresentanze regionali) di infittire gli incontri procedurali ed un confronto maggiore con le nostre rappresentanze e le varie categorie del settore Turistico Commerciale per meglio far comprendere le difficoltà a fare impresa ed a dialogare con le Istituzioni preposte, barcamenandosi quotidianamente tra tasse, divieti, sanzioni, leggi e leggine da rispettare ed una burocrazia (e non si tratta di un luogo comune) da far paura.

Abbiamo chiesto soprattutto un cambio di rotta ed un impegno tecnico – politico affinchè, anche a Barletta, sarebbe stato possibile esercitare le stesse attività della filiera turistico-commerciale al pari di quelle che operano nelle maggiori località turistiche italiane e mondiali, all’ombra di monumenti, chiese ed architetture dalla rilevanza storica e paesaggistica immensa. Perché in queste Città si può ed a Barletta no? Possibile che, di fronte a tali richieste, vengano date le solite risposte del tipo “la Soprintendenza non consente”, senza che la stessa dia uno straccio di riferimento tecnico normativo e soprattutto senza sforzarsi di trovare una risoluzione che venga incontro alle esigenze degli operatori Barlettani che non sono diversi da quelli Romani, Fiorentini, Veneziani, ecc. ecc.?

Al contrario non si può che prendere atto del danno prodotto ai suddetti operatori economici i quali, a pochi giorni dalle festività pasquali, prendendo atto dell’immobilismo e dell’impasse creatosi, subiscono ancora una volta la mancanza dei tanto agognati “tempi celeri e regole certe” con una prospettiva ancor più buia, viste le proposte avanzate dai rappresentanti l’Amministrazione che nascondono una “Burocrazia” sempre più rigidae, soprattutto mettendo in campo, guarda caso proprio negli ultimi giorni, una attività di vigilanza, con conseguenti pesanti sanzioni, ancor più incalzante.

Paradossalmente, gli stessi operatori, che si vedono rimandare nel tempo le soluzioni ai loro problemi quotidiani ed esiziali, assistono inermi a schermaglie politiche mediatiche sulla bontà o meno della presenza di Barletta alla BIT di Milano e si chiedono: che senso ha proporre Progetti (sulla cui utilità ci sarebbe molto da approfondire e discutere) se la Città, nel suo insieme, non è ancora strutturata per dare “accoglienza turistica” (ad intenditor buone parole) ai flussi di visitatori che si intenderebbe intercettare attraverso la promozione del territorio? Che senso ha proporre sistemi, reti e percorsi gastronomici inseriti in approssimati pacchetti turistici, pur formalmente infiocchettati e ben presentati secondo le moderne tecniche della Comunicazione e del Marketing?

“Cui Prodest (a chi giova?)”, se i B&B non possono accogliere i turisti con uno straccio di dotazione di pass e senza la possibilità di indicare un parcheggio d’appoggio e se i ristoratori e simili non possono far gustare la nostra tanto decantata gastronomia in ambienti esterni riparati e confortevoli sia in inverno che in estate? Peraltro sono in tanti ad indicare, a parole,la destagionalizzazione quale strumento utile ad allungare il periodo turistico.

Spesso si dimentica che tali tipologie di operatori economici sono tra i maggiori contribuenti di codesta amministrazione in termini di pagamento dei Tributi Locali, a proposito dei quali, ancora una volta, non si può non evidenziare la mancata condivisione e partecipazione alla decisione di aumentare per l’ennesima volta la TARI, a fronte di un servizio offerto certamente non migliorato.

Costo che, sarebbe dovuto diminuire visto gli ottimi risultati ottenuti, e tanto pubblicizzati dalla stessa amministrazione, con la raccolta differenziata.

Inoltre come può giudicarsi l’ignobile tariffazione SUAP 2017 istituita per il pagamento di non meglio precisati diritti di istruttoria per il rilascio di atti autorizzatori per tutte le tipologie di attività commerciali, compreso gli ambulanti, e turistiche per i quali le imprese Barlettane saranno costretti a versare somme che vanno da 50/100 euro in su (su cui ci si riserva un intervento più approfondito in separata sede)?

Di fronte ad una situazione del genere, sconfortati e demoralizzati, non possiamo non sottolineare una attività fallimentare di codesta Amministrazione,facendoci ritornare alla mente delle voci di corridoio, alle quali avevamo dato poco peso, che sottolineavano:

La voglia, sottaciuta ad arte, da parte di coloro i quali contano nella gestione della Res Publica Barlettana, di porre un limite numerico alla proliferazione di Pubblici esercizi, soprattutto in Centro Storico, ove, per alcuni cultori del patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico, non vi deve essere contaminazione commerciale per godere appieno di tali bellezze;

Una strategia precisa di rompere la concertazione, favorendo e creando la nascita di gruppetti di operatori scelti per l’occorrenza, al fine di delegittimare sempre più le Rappresentanze Imprenditoriali storiche del territorio, pur se riconosciute dai livelli istituzionali regionali. Ci auguriamo che l’uccellino sia solo un Segno del Malaugurio per la Città di Barletta che, vivendo solo un brutto periodo transitorio, merita di ritornare ad essere una Città coesa e partecipata; altrimenti, come diceva Cicerone, “Mala Tempora Currunt”.