La parola pace è femminile, ponendo al centro di ogni riflessione il ruolo delle donne: perché non c’è pace se non c’è rispetto dei diritti umani e della donna. Così in occasione della Giornata Internazionale della Donna di domani, si è svolta una conversazione che partiva dalle riflessioni tratte dal volume “La parola Pace. L’utopia che deve farsi realtà” a cura di Gianni Cuperlo (Passigli editore).
Il testo ha raccolto degli importanti contributi che mettono a fuoco le tematiche della pace. Tra questi anche quello di Barbara Pollastrini, già ministro per le Pari Opportunità del secondo governo Prodi. La stessa ieri sera è intervenuta ad un dialogo che ha posto al centro della chiave pacifista il ruolo della donna, svoltasi presso lo spazio-eventi ‘A Stare’. L’incontro è stato organizzato da Shady Alizadeh, avvocata barlettana e attivista per i diritti umani per Promessa Democratica: «In questo momento storico noi assistiamo a degli atteggiamenti prepotenti oltre che ad un riarmo che ci portano ad un’idea di conflitto che vivremo anche in Europa, ma il problema è questo conflitto a che tipo di società ci porterà. Noi vogliamo una società del futuro che si basi sul principio di pace, pace che significa il rispetto di tutti gli esseri umani e anche delle donne. Se viviamo ancora oggi in un contesto sociale dove le donne devono avere un 20% di salario in meno o non devono essere credute in un momento in cui denunciano di essere vittime di abusi o di violenze o semplicemente vivere un discrimine perché sono donne, significa che anche nella nostra quotidianità la pace non c’è. La pace significa appunto partire da una società che abbia il pieno riconoscimento dei diritti umani, in primis penso che oggi la pace debba essere femminista, guardare ad un mondo che tuteli più le donne perché noi donne rappresentiamo quella differenza che viene perseguitata rispetto a un concetto predominante di cultura, rappresentiamo le ultime perché siamo le ultime in un contesto sociale in cui viviamo».
Come impegnarsi, a partire da Ucraina e Medio Oriente, per una pace giusta, duratura e rispettosa dei diritti delle donne, dei popoli e degli Stati. L’ex ministro ha così commentato le ultime notizie di attualità che riguardano il tema: «Io apprezzo molto la segretaria Schlein, apprezzo anche la sua capacità di guardare un momento dopo l’attualità stringente. Ha detto una cosa vera, noi vogliamo l’Europa perché è una nostra bussola ma vogliamo un’Europa che guardi dentro se stessa per cambiare e migliorare, perché se c’è questa ondata crudele e quasi disumana, forse perché anche l’Europa nel tempo non ha saputo costruire il futuro e non ha saputo parlare ai ragazzi e ai bisogni delle persone ma anche un bisogno profondo di dare un senso alla vita. Noi vogliamo un’Europa autonoma e che abbia una difesa comune, però questa è una cosa diversa dalla corsa al riarmo di ogni singolo Stato che porterebbe inevitabilmente ai nazionalismi e quindi ci vuole uno sforzo in più, no d’immaginazione ma di impegno civico e coraggio».
Ha partecipato anche l’assessore regionale ai Trasporti Debora Ciliento, partendo dalla citazione di Don Tonino Bello che vede necessario “costruire ponti e non alzare muri”, in un momento in cui la situazione internazionale sembra franare lasciando pesanti interrogativi sul nostro futuro: «Soprattutto in questo periodo particolare il tema pace, questa piccola parola che significa tanto, ci interroga quotidianamente. La pace è qualcosa che si costruisce giorno per giorno e si costruisce a partire da ciascuno di noi ed è questa la ricaduta e la rilevanza che ha a livello europeo, nazionale e mondiale. La differenza si fa in una politica che è capace di ascoltare e di approcciarsi a delle metodologie che hanno al centro il benessere delle persone e delle comunità, se dimentichiamo quest’aspetto e prevale l’io là nasce la guerra». Vito Micunco, esponente della Rete Comitati per la Pace di Puglia ha tristemente ricordato come nell’attualità siamo nella Terza Guerra Mondiale e poi Badr Fakhouri con la sua testimonianza di “Eroe dei diritti umani” ha ricordato come non possa esistere il concetto di pace, senza il riconoscimento dei diritti umani.






































