Riceviamo e pubblichiamo la nota firmata da Ruggiero Graziano, presidente ANMIG di Barletta.
“L’8 settembre 1943 non fu soltanto l’annuncio di un armistizio. Fu il giorno in cui l’Italia, smarrita e attonita, scoprì la durezza della storia. In poche ore, un popolo intero passò dall’illusione della pace alla realtà amara del disfacimento: soldati lasciati senza ordini, famiglie travolte dall’incertezza, città e campagne consegnate al caos.
Molti dei nostri militari furono deportati nei campi di prigionia tedeschi, privati della patria e della dignità. Altri scelsero la via della Resistenza, sacrificando la vita per ridare al Paese libertà e futuro. L’8 settembre segnò così l’inizio di una nuova lotta, quella che avrebbe condotto, tra dolore e speranza, alla nascita della Repubblica e della nostra Costituzione.
Questa data non appartiene soltanto ai libri: è un monito che attraversa le generazioni. Allora regnò la confusione, la disgregazione, l’incapacità di sentirsi uniti. Oggi viviamo in un tempo di pace, ma non dobbiamo illuderci che essa sia eterna o scontata. L’indifferenza, gli egoismi, la superficialità possono logorare i valori conquistati con il sacrificio di chi ci ha preceduti.
Ricordare l’8 settembre significa educare i giovani alla responsabilità, al senso della comunità, al rispetto delle istituzioni. È un atto morale prima ancora che storico. Se ieri fu il tempo della divisione e del dolore, oggi deve essere il tempo della memoria condivisa; e domani, il tempo di un impegno nuovo, capace di custodire la pace e difendere la dignità dell’uomo.
Come Presidente dell’ANMIG di Barletta sento il dovere di consegnare questa riflessione: la memoria non è celebrazione sterile, ma seme di coscienza. Solo se sapremo coltivarla, il sacrificio di chi visse quell’8 settembre non sarà stato vano”.




































