Per l’ultima contestazione in casa Barletta bisogna risalire probabilmente alla stagione 2018/2019 e al feeling mai sbocciato tra l’allora tecnico dei biancorossi Franco Cinque e la tifoseria organizzata che, per buona parte del girone d’andata, aveva deciso di lasciare vuoti gli spalti del ”Manzi-Chiapulin”. A distanza di quattro anni abbondanti sono salite le ambizioni di una piazza, tornata a popolare gli spalti di un ”Puttilli” rinnovato ma non ancora del tutto agibile, e della società che è andata migliorando nel giro degli ultimi anni i suoi obiettivi stagionali fino al quarto posto in Serie D della scorsa stagione.

E proprio tra il pubblico e la società, che ha dichiaratamente promesso la vittoria del campionato, sono nati attriti negli ultimi mesi, fino al culmine raggiunto dopo il pari nel turno infrasettimanale con la Palmese. Troppo poco per una piazza che, numeri alla mano, ha sempre risposto presente in casa e in trasferta con numeri da categoria superiore, troppo poco per una squadra che, pur tra tutti i limiti, avrebbe dovuto rispondere sul campo all’opaca prestazione di Manfredonia, troppo poco per chi deve puntare ad una stagione ambiziosa. E invece, il campo, che è sempre sovrano, ha messo in evidenza tutti i limiti di un collettivo per il quale non si discute in termini di impegno, ma in cui mancano, numericamente e qualitativamente, diverse pedine. Una punta di ruolo, ma anche due, visto lo scarso impiego di Di Piazza, un giocatore che crei superiorità numerica e probabilmente un innesto per il reparto arretrato.

Una squadra che ha fatto fatica a produrre anche contro l’ultima della classe, peggior difesa del girone e che si è presentata a Barletta con soli due punti all’attivo, ma con la spensieratezza, al tempo stesso, di fare la sua onesta partita al ”Puttilli”(proprio in tarda mattinata ha annunciato di non procedere al ricorso per la doppia ammonizione non comminata a Silvestri ndr). Il gol di Potenza al 95′ è stata solo la punta dell’iceberg di un lungo periodo di frizioni tra tifoseria e società, rappresentata sul campo dalla squadra, congedata da assordanti fischi e da un battibecco tra capitan Schelotto e alcuni tifosi in tribuna. Tutto però, ed è bene ricordarlo, si è svolto civilmente: una protesta legittima di un pubblico che ha chiesto in primis chiarezza e che è maturata dopo il pari contro l’ultima in classifica. Una protesta che, come è naturale che sia, ha messo in prima linea il capitano nonché quello, visto il curriculum, al quale si chiede maggiore impegno e servizio alla causa. Un clima pesante, ma sempre nei ranghi e che in casa Barletta deve rappresentare un ulteriore stimolo, in positivo, per fare risultato a Rotonda e con il Gravina tra le mura amiche, prima del ciclo terribile di sfide che comincerà con il superderby del 19 novembre. Tutto questo in attesa di fare e ascoltare chiarezza da parte delle principali componenti societarie. Del resto è di importanza capitale per ricompattare l’ambiente e non provocare ulteriori frizioni con la tifoseria, ancor prima di esprimersi sui risultati che pur meriterebbero di essere analizzati viste le promesse di inizio stagione.

A cura di Giacomo Colaprice

Foto di Sergio Porcelli