Se non è retrocessione diretta manca davvero pochissimo. Con la sconfitta di ieri con il Fasano il Barletta è sprofondato a -8 dai biancazzurri, distanza che significherebbe retrocessione diretta. Un ko che ha già fatto partire i primi, primissimi bilanci su una stagione pessima sotto tutti i punti di vista, un ko che ha nell’attuale gestore del club il suo principale responsabile. Un passo falso che porta i biancorossi con un piede e mezzo, e forse anche di più, in Eccellenza.

Hanno fatto discutere, nel corso della conferenza stampa post gara, le parole del direttore tecnico Marcello Pitino, che ha parlato, citando testualmente, di ”valutazioni da fare nel corso di questa settimana”. Difficile capire con esattezza a cosa si riferisse l’attuale responsabile dell’area sportiva del Barletta, ma è ipotizzabile che, in vista della partita con l’Angri, possano essere affrontate questioni tecniche come la possibile interruzione anticipata del rapporto con alcuni giocatori. Vanno comunque lasciati un paio di quesiti in sospeso.

In primis, quello oggettivo: la squadra allenata di Ciullo, pur non essendo più artefice del proprio destino, è ancora formalmente in corsa per la salvezza. Parlare di valutazioni a stagione in corso, con un mercato chiuso e con un obiettivo che è matematicamente ancora raggiungibile, è anacronistico attualmente. Il Barletta, per rispetto verso una piazza che ha risposto presente con oltre 3mila abbonati, ha l’obbligo di onorare al massimo la stagione fino all’ultimo minuto. Di conseguenza, ogni componente, per quanto la situazione non sia ottimale, è chiamata a fare il suo fino al novantesimo della trasferta di Angri. In secundis, quantunque ci siano avvicendamenti all’interno della rosa, la stampa e la piazza saranno tenute a saperlo? Secondo le informazioni raccolte Eyango ha rescisso nei giorni scorsi, ma non è arrivata nessuna comunicazione. Inguscio, ancora formalmente un tesserato del Barletta, ha chiuso anticipatamente la sua avventura in biancorosso, mentre restano alcune perplessità sulle situazioni legate all’impiego di Cafagna o alla disponibilità di Spinelli, quest’ultimo praticamente mai visto.

Le valutazioni, dunque, riguardano ogni componente, a partire dai vertici, i quali non sono stati sportivamente in grado non solo di mantenere le promesse per un campionato ambizioso, ma anche di ”salvare il salvabile”, garantendo almeno la salvezza a una piazza che ha accumulato solo delusioni. Ci sarà, alla fine di questa stagione, la necessità di fare un bilancio a 360 gradi, partendo proprio dai numeri di questa annata fino ad arrivare ad alcune dichiarazioni grottesche(Marconato meno funzionale di un Eyango la cui ultima presenza risale a tre mesi fa ndr). Sarà, si spera, anche tempo della conferenza stampa del principale artefice di questo annus horribilis, in silenzio dallo scorso dicembre. Ma, si sa, in questa stagione ne abbiamo viste di tutti i colori.

A cura di Giacomo Colaprice