“Siamo qui solo per amore della verità: vogliamo che i cittadini sappiano tutto, siamo trasparenti in questo”. Le parole del sindaco Pasquale Cascella, rilasciate in apertura dell’incontro pubblico che ieri ha coinvolto nella sala conferenze della chiesa di San Giovanni Apostolo amministrazione e cittadinanza, son suonate come la replica a distanza alle perplessità espresse a più riprese dai cittadini negli anni addietro. Sul piatto lo stato dell’arte dei lavori di urbanizzazione primaria della zona 167 di Barletta, avviati nello scorso settembre dopo interminabili rinvii. All’incontro sono intervenuti gli assessori Maria Antonietta Dimatteo e Azzurra Pelle, insieme al direttore del cantiere Giuseppe Festa e ai tecnici competenti, alla presenza di assessori e consiglieri comunali.

Cittadinanza e amministrazione confronto su zona 167 (Copia)

I cittadini hanno ragione a lamentarsi-ha ammesso il primo cittadino-purtroppo si tratta di un quartiere costruito con edifici innalzati senza che gli oneri di urbanizzazione fossero sviluppati per tempo. Siamo responsabili di quello che ora va fatto e di quello che stiamo facendo”. Un’operazione-verità per Cascella: “Vogliamo dar vita a un quartiere vivibile, integrato con il tessuto urbano cittadino. Nessun processo al passato, ha ribadito il sindaco, ma “non accetto le operazioni di propaganda fatte contro l’amministrazione: giocare con la rabbia della gente è quanto di più sporco si possa fare”. Da via Vanvitelli a via Palmitessa, passando per via Immesi, via Capossele, via Dibari e via Romanelli: sono tante le strade dimenticate in città oggi, senza far menzione di Parco degli Ulivi (“Lí realizzeremo una palestra coperta, attendiamo solo i finanziamenti per poter cantierizzare”), area cittadina posta all’attenzione dai residenti. “È possibile avere un pò di breccia per non vedere le nostre auto costantemente danneggiate?”. È ancora: “Quando potremo considerarci cittadini di Barletta? Siamo stanchi delle chiacchiere”. Queste le domande più gettonate. Un cantiere a cielo aperto di 7500 metri lineari, con passaggi pedonali e carrabili, che viene messo a dura prova quanto a viabilità ed agibilità quando il maltempo la fa da padrone, come da scherzo del destino verificatosi ieri. Nel mezzo, analisi del materiale antropico, burocrazia e interventi di risanamento sono gli hashtag dall’amaro sapore. Temi toccati da Festa:  “Fino alla fine del  2016 Barletta non vedrà bitumature. Se non abbiamo i recettori per raccogliere le acque piovane, non possiamo bitumare. Ora, avendo strade fatte con materiale che riesce a recepire acqua, possiamo mitigare il tutto”. I dati positivi? Cabine aeree Enel, ora accessibili per gli operatori della compagnia, e opere di interramento, settore 2 della fogna bianca terminato a giorni. Sullo sfondo restano anche le recenti immagini di voragini apertesi in via Romanelli, il ‘famigerato’ settore F: “Stiamo rispondendo alla corresponsione dei danni subiti dalle vetture dei cittadini in occasione della pioggia caduta nello scorso mese. Cantiere lento? Dobbiamo lavorare su tubazioni di carico notevole, ogni giorno è una scoperta nuova. Stiamo posando fogne a oltre tre metri di profondità. È lecito avere la sensazione che il cantiere non stia avanzando, ma siamo solo al 15% dei lavori”.

“Noi abbiamo la volontà di stare vicini a questi lavori e abbiamo chiesto alla ditta esecutrice la possibilità di utilizzare delle misure che potessero alleviare la vita dei cittadini” è stato il messaggio trasmesso dell’assessore ai lavori pubblici Marina Dimatteo ai circa 100 cittadini –numero certo non ingente e inferiore alle attese-intervenuti. “Siamo responsabili di quello che si deve fare adesso-ha concluso Cascella rispondendo ai quesiti posti dai partecipanti – e lo stiamo facendo con la consapevolezza dei disagi che i cittadini affrontano quotidianamente, nella convinzione che si può e si deve recuperare il tempo perduto con la partecipazione: i sacrifici ora compiuti saranno compensati con un quartiere più vivibile integrato con il resto della città e degno della migliore tradizione di Barletta”. Quella Barletta che oggi stenta a considerarsi parte integrante e integrata di una città.