[fb_pe url=”” bottom=”30″]«Esiste davvero un problema degrado a Barletta? Esiste un problema sicurezza? Oh, esiste eccome. Ma chi in questi giorni cerca di salire sul carrozzone mediatico degli “allarmi degrado”, puntando il dito contro qualche giostrina rotta e con un occhio alle visualizzazioni di Facebook, vi sta semplicemente tirando un brutto tiro». Così Roberto Tarantino dell’ANPI Bat, Francesco De Martino dell’ ARCI “C. Cafiero”, Savio Divittorio di Barletta Antifascista, il Segr. Gen. della CGIL Bat Giuseppe De Leonardis, Biagio Pizzi dell’anno Confraternita Misericordia Barletta, Badr Fakhouri della HOME & HOMME ONLUS, Michele Sciannamea fine Libera Barletta, Giuseppe Defazio di Sinistra Italiana Barletta e d Elisabetta Dibitonto dell’Unione degli Studenti Barletta introducono la loro nota sulla questione sicurezza a Barletta.

 

«Barletta- proseguono i firmatari- è una città degradata ed insicura che pur non potendo rimuovere la storia criminale che ha vissuto in passato, continua a non occuparsi ancor oggi degli esercizi commerciali che sono sotto il giogo del pizzo, delle sparatorie nel centro cittadino e degli incendi dolosi come segnali di avvertimento.

Barletta è una città dove non ci si preoccupa di elaborare un adeguato piano di salvaguardia dell’ambiente, dove si continua a devastare il territorio, dove si bruciano tonnellate di rifiuti all’anno nel bel mezzo del tessuto urbano per far aumentare i profitti di pochi a discapito della salute di molti, dove imprenditori senza scrupolo alcuno decidono di tagliare oltre 600 ulivi per far spazio a cementificazione ed eventuali speculazioni.

Nella nostra città il lavoro nero è imperante e la violazione di diritti individuali e collettivi rappresenta una vera e propria piaga, così come la forte presenza di intermediazione di manodopera e del precariato. Si contaminano i sogni e le prospettive di giovani e inoccupati, in quanto se la disoccupazione è attestata oltre il 25% della forza lavoro, i tassi assumono valori ancor più drammatici quando sono loro i soggetti di riferimento. Siamo dinanzi ad un circolo vizioso che si ripete incessante e ritorna al suo punto di partenza fatto di condizioni sociali incerte per interi nuclei familiari.

Quindi, se vogliamo parlare di degrado e sicurezza, facciamolo nei giusti termini, confidando nelle persone di sani principi, cercando di capire come i fenomeni nascono e perchè trovano terreno fertile per svilupparsi, ma soprattutto come possono essere superati e debellati.

Molti, infatti, tentano di strumentalizzare piccoli problemi di sicurezza perché la politica non riesce a trovare delle risposte concrete ed immediate. Problemi che ben volentieri vengono ingigantiti da coloro che amano gridare al degrado da un lato e dall’altro alimentare queste condizioni e consentendo sia a livello locale che nazionale, l’incremento di paura e incertezza. All’alba di una campagna elettorale che si preannuncia delirante, questi soggetti cercano di raccattare un po’ di consenso “denunciando” qualche problema di piccola rilevanza, mentre si continuano a permettere disastri ambientali, tagli al welfare ed ai servizi alla persona, si smantella la scuola pubblica, si promulgano leggi a vantaggio dei ricchi e dei loro patrimoni a scapito delle fasce di popolazione più svantaggiate, dei più poveri.

Esiste un termine preciso per questo genere di ipocrisia, ed è “sciacallaggio”. Nulla cambierà se non cambia il modo di fare politica e il coinvolgimento nonché l’educazione dei cittadini al rispetto della cosa pubblica, del bene comune.
Fu così che una notizia mai verificata in merito a un migrante resosi colpevole di molestie nei pressi della stazione scatenò la corsa per dimostrarsi il “difensore” più audace della città, guarnita di tutta quella retorica anti immigrati ricca di luoghi comuni, che con la realtà ha poco a che fare, ma che molto ha a che fare con quello sciacallaggio di cui abbiamo parlato. Un fatto isolato di cui si hanno prove incerte è stato ingigantito, imbastito, lanciato nel dibattito pubblico e utilizzato come la prova definitiva dell’invasione da parte di immigrati pericolosissimi.

Gli unici a poterci salvare dalla distruzione? Gli amichetti di Salvini e i nostalgici del duce. In seguito all’episodio infatti, esponenti di Forza Nuova hanno organizzato fantomatiche “ronde” nei pressi della stazione. Ronde per proteggerci da problemi immaginari e che non fanno altro che rendere la stazione un posto davvero insicuro. È inaccettabile che qualche cittadino possa ergersi a giudice di cosa sia pericoloso o sicuro, legale o illegale, e intraprenda azioni di presidio del territorio in nome del bene della città; a maggior ragione se proviene da una certa “cultura” politica di stampo autoritario, razzista e xenofobo. Non si può delegare l’ordine pubblico a organizzazioni che hanno fatto dell’odio il primo strumento di propaganda e che nel corso degli anni sono state collegate direttamente e non a episodi di pestaggi e violenze contro chi è considerato diverso: lo straniero, l’omosessuale o anche solo a chi veste in maniera diversa o insolita rispetto alla logica benpensante.

Bell’affare. Gente che vorrebbe “difendere le nostre donne”, ma che ha una concezione del ruolo femminile obsoleta, che non ha senso di esistere se non in relazione ad un uomo, ancor meglio se assoggettata allo stesso. Gente che ad ogni sua calata a Barletta ha lasciato la città insozzata di scritte infamanti e adesivi appiccicati un po’ ovunque. Evviva il decoro urbano! Ma la palma d’oro per l’opportunismo politico va senza dubbio agli esponenti di Noi con Salvini Barletta, amatissimi dai media locali (pare quasi che gli stiano facendo campagna elettorale gratis), che a suon di comunicati e interviste cercano di emergere dal nulla in cui sarebbero destinati a restare dopo anni di insulti e ingiurie ai cittadini del sud, soffiando sulla paura irrazionale degli immigrati. La retorica salviniana è facile. Se le cose ti vanno male, è colpa degli immigrati. Stop. Magari poi viene fuori come a Brindisi che le denunce di molestie a danni di una ragazzina da parte di uno straniero (denunciate dal locale Movimento Noi con Salvini) sono una bufala, ma intanto il cerino dell’odio è stato acceso e in un contesto di crisi prima di tutto sociale e poi economica, l’incendio divampa troppo facilmente.

Prendersela con il più debole è molto più facile che prendersela con il datore di lavoro che non ti fa il contratto e ti paga quattro lire, o con il padrone di casa che ti sfratta o, generalmente, con tutta quella casta di affaristi e politici che rendono le nostre vite ogni giorno sempre più alienanti. Molto più semplice prendersela con l’immigrato, un individuo prima di tutto da tutelare, specie quando poi questo fa guadagnare voti. Siamo stanchi di questa retorica.

Siamo stanchi di chi si costruisce carriere su chi scappa da guerre, situazioni di pericolo e povertà perchè questi confilitti spesso sono il risultato di politiche messe in atto da grandi gruppi industriali e finanziari, i cui tornaconti e interessi ricadono anche nel nostro piccolo, quando ci riferiamo alle speculazioni e alle devastazioni sui nostri territori che avvengono con il beneplacito dei governi occidentali. Vogliamo smontare questa narrazione utile solo agli sciacalli e affatto utile a eliminare degrado o insicurezza. Perché una città sicura è una città in cui chi ci vive anima le sue strade, partecipa attivamente in maniera solidale, dando una mano all’altro, senza distinzione di etnia o religione, ricacciando indietro chi vorrebbe scatenare la solita guerra tra poveri per i propri interessi.

È per questo che abbiamo deciso di lanciare una serie di iniziative antirazziste, con i migranti che abitano in questa città. Si parte Venerdì 2 Giugno, in Viale Giannone, con un presidio e diverse attività pubbliche di animazione del territorio per dimostrare agli sciacalli che hanno invaso Barletta che non abbiamo bisogno di difensori o di sceriffi, e che il nemico non è chi cerca condizioni migliori di vita in un altro paese, ma chi continua a generare il vero degrado, economico, sociale, ambientale e politico che attanaglia questa città».