«Non siamo cittadini di serie B, qui è complicato vivere ogni giorno con il vento, la sporcizia e le strade poco percorribili. Per non parlare dei disagi attraversati dai disabili e dalle ambulanze quando sono chiamate in causa». In vicinale Crocevia Bonelli, striscia terminale del quartiere “Barberini” a pochi passi dall’accesso per la SS16 bis, il ritratto offerto da un residente di circa 40 anni, con moglie e due figli al seguito, è quello condiviso da tanti, troppi residenti. I condomini della zona sono esasperati. Ogni volta che la pioggia fa capolino da queste parti, l’area si trasforma in una piscina, “invitante” per gli insetti con l’aumento delle temperature estive.  Per tacere dell’assenza di marciapiedi e pubblica illuminazione, “privilegi” dei quali gli abitanti di via Romanelli e via Dibari, per citare altre due arterie cittadine spesso sotto la luce dei riflettori, usufruiscono da qualche giorno.

In caso di pioggia voragini per le strade e fango sulle auto sono condimenti naturali, nei giorni di estremo caldo invece il panorama ha poco da invidiare alle dune sahariane. Discesa di fango a cielo aperto quando piove e in un manto rinsecchito di sassi quando picchia il sole, Crocevia Bonelli è il tratto di strada ideale nel quale testare macchine da rally, ma quello meno congeniale per architettare una tranquilla quotidianità. Da tre anni ormai diverse famiglie hanno preso possesso delle loro abitazioni, in strade con un nome ma senza identità e servizi. Con danni per chi ha investito in attività commerciali e paure per la sicurezza, soprattutto nelle ore notturne: sin qui a poco, ci spiegano, sono serviti i reclami presso gli enti e le cooperative di riferimento. Il prossimo passo potrebbe essere quello di rivolgersi alla giustizia ordinaria. Il tutto per godere di diritti che nel 2017 dovrebbero essere più che acquisiti.