La Sinistra in fermento, la Sinistra che vuole costruire un’alternativa di Governo, una Sinistra che vuole ridurre il divario tra Nord e Sud del Paese. Una Sinistra che vuole ripartire dai temi, dagli argomenti del lavoro, della criminalità organizzata da combattere, dall’accoglienza degli stranieri, dalle università e dal diritto allo studio, dal bisogno di cultura e di corrette politiche urbanistiche per amministrare un territorio. Questi e molti altri i temi al centro di “Riscatto-Festival del Sud” organizzato da Sinistra Italiana: nei giorni scorsi ha fatto tappa a Barletta, presso i “Giardini De Nittis” di viale Giannone, ospitando diversi dibattiti tematici, accogliendo soprattutto i diversi rappresentanti meridionali di quei movimenti interni o esterni al PD che si sviluppano alla sinistra del partito renziano. Venerdì 8 è intervenuto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha sfidato l’attuale Segretario nazionale alla guida del Partito Democratico, con un esiguo risultato in campo nazionale, ma assolutamente soddisfacente nella sua regione; continuando a restare nelle fila democratiche proseguendo la sua azione interna di “picconatore”, come avrebbe detto il presidente Cossiga. Sabato è stata la volta del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che in questi anni ha risollevato la gestione emergenziale della sua città agendo con forza e audacia nel nome della Costituzione italiana a favore dei propri concittadini più deboli. Ha parlato di cambiamento possibile grazie al capitale sociale, in grado di generare dei profitti che diventino economia reale. De Magistris è riuscito (riconfermato dal voto elettorale dei cittadini un anno fa) grazie a quell’autonomia personale, probabilmente dettata anche dal suo passato eccellente di magistrato, dalla sua forte personalità e conoscenza del territorio, che la sinistra è riuscita a convogliare, diventando un esempio principale per osteggiare il PD.
E poi ieri sera, a conclusione del Festival, l’incontro-dibattito con Nicola Fratoianni, Segretario di Sinistra Italiana, e Massimo D’Alema, perno storico, piaccia o non piaccia, dell’idea di centro-sinistra in Italia, rappresentante di “Articolo 1”; il dialogo è stato anche trasmesso in diretta da RaiNews24. Le prime battute sono state da parte di Fratoianni per «un’amnistia sulle biografie personali», con riferimento alla distanza che per oltre vent’anni la sinistra più radicale ha voluto solcare con l’ex Presidente del Consiglio. Un’amnistia per riportare sul binario il carro del Paese, che tuttavia pare difficile che possa realizzarsi al di fuori di un semplice cartello elettorale. Tuttavia la palese evidenza di preferire un’alleanza con D’Alema piuttosto che con Renzi è chiara. L’aspettativa di creare una forza unica con la grande costellazione creatasi in questi mesi alla sinistra del PD, che D’Alema ritiene possa tranquillamente aspirare alle due cifre nel risultato elettorale. La frammentazione genera incertezza. L’elezioni per la regione Sicilia saranno un importante banco di prova per il risultato di queste o di altre operazioni politiche. Giuliano Pisapia sta cercando di portare avanti un discorso che riguarda l’allargamento di quel famoso “perimetro del centrosinistra”, che lo stesso D’Alema auspica di allargare anche a quei cattolici delusi e a quel quasi 50% di elettorato che non si reca più alle urne. Esperimenti di dialogo che entro il mese di ottobre dovranno addivenire ad un risultato per poi avanzare nella campagna elettorale. Riferendosi al suo allontanamento dalla Fondazione europea dei socialisti, pare per volere di Renzi, D’Alema ha riferito quella che potrebbe essere una massima che potremmo assumerne a chiave di lettura del momento storico-politico: «Quando si torna a lottare in politica si possono prendere dei ceffoni, l’importante è saperli restituire». Il Partito Democratico da quelle famose elezioni europee in cui superò il 40%, sta subendo un continuo declino e l’emorragia dei consensi favorisce le altre formazioni politiche.
Dobbiamo costatare ad onor di cronaca che nel dibattito di ieri si è parlato mille volte dell’avversario PD, e mai del centrodestra che ritorna, del salvinismo crescente, del populismo dilagante, del M5S che trionfa nei sondaggi. Commettere l’errore di sottovalutare il pericolo reale per il centrosinistra, di guardare il dito e non la luna, è un film già visto 23 anni fa.