«Quando si parla di salute dei cittadini, la trasparenza è d’obbligo. Anche in questa occasione l’amministrazione Cascella non ha recepito le istanze dei cittadini e movimenti che da mesi chiedono di poter accedere ai dati della seconda campagna di monitoraggio della falda acquifera nella zona industriale di Barletta». A scrivere sono Savio Chiariello, Giacomo Ditrizio e i componenti del gruppo attivisti 5 stelle Barletta. «E’ stato pubblicato un report sintetico non tecnico su espressa richiesta del sindaco, senza alcuna informazione dettagliata sul livello degli elementi inquinanti presenti in falda che non permette di capire la gravità della situazione. E allora, grazie anche alle informazioni pubblicate dalla portavoce regionale Grazia Dibari, ci vediamo nuovamente costretti ad evidenziare qualche dato, da cui si evince che l’inquinamento non solo è vivo e vegeto, ma è addirittura aumentato in alcune zone».

La nota si concentra sui dati: «Il Cromo esavalente, nel piezometro piazzato tra la Timac e la Buzzi, è passato da 86 (febbraio 2016) a 100 µg/litro (novembre 2016), a fronte del valore limite di legge di 5 µg/l. Il Nichel individuato a valle della Timac nel piezometro n. 3 è pari a 72 µg/l rispetto a 20 del limite di legge, i solfati a 1400 mg/l contro i 250 mg/l massimi consigliati. Nel piezometro n. 4 all’interno della Timac il piombo rilevato (34 µg/l) ha valore triplo rispetto al limite di legge (10 µg/l). Sforamenti dei limiti si sono verificati anche per Selenio, Fluoruri, Triclorometano, Tricloroetilene, Nitriti e tetracloroetilene. Ci sono inoltre superamenti dei limiti alle concentrazioni soglia di contaminazione dei suoli (topsoil 0-10 cm) relativamente a metalli (Arsenico, Piombo, Berillio, Selenio, Zinco, Tallio, Stagno), ma non si conosce se sono stati determinati i contaminanti organici (diossine e pcb), così come richiesto nella delibera di iniziativa popolare sul monitoraggio delle matrici ambientali delle aziende insalubri, approvata e finanziata dal Consiglio comunale, ma che rimane tutt’ora inattuata».

«Ci chiediamo -conclude il comunicato-se sono state attivate le misure di messa in sicurezza di urgenza previste dal testo unico dell’ambiente, al fine di contenere il rischio sanitario sia dei residenti che dei lavoratori e riteniamo doveroso effettuare indagini sul primo metro del terreno per verificare eventuali correlazioni con la matrice aria. Bisognerebbe estendere le rilevazioni (suolo/acqua) nel perimetro del cementificio Buzzi e nell’area di ricaduta delle sue emissioni e dosarne i metalli pesanti. Oltre il biomonitoraggio, chiediamo che vengano effettuate indagini epidemiologiche di analisi del rischio eseguite secondo metodologie adeguate. Chiediamo infine al Sindaco di rendere disponibile il rapporto analitico completo come fatto per il primo campionamento, per consentire ai tecnici, geologi, ingegneri, medici e cittadini presenti sul territorio di avere un quadro più esaustivo della situazione e giungere così preparati agli incontri pubblici programmati con la cittadinanza».