«Se è vero, come si diceva un tempo, che “la memoria è un ingranaggio collettivo”, è anche vero che tale ingranaggio va periodicamente oliato. E più che oliato, nel nostro caso, ripulito da decenni di smog e incuria. Abbiamo quindi deciso di restaurare il busto dedicato al pensatore e rivoluzionario Carlo Cafiero, e non solo per motivazioni estetiche». Prende il via così la nota di Francesco Caputo del Collettivo Exit. « Vorremmo che oltre agli strati incrostati di fumo e polveri, andasse via anche la cappa di oblio a cui questa figura celebre in tutta Europa è stata condannata. Una figura troppo scomoda quando era in vita, nell’ultima metà dell’800, quando Cafiero partì da Barletta per girare l’Italia e l’Europa portando il suo messaggio di libertà e giustizia sociale a suon di azioni rivoluzionarie. E troppo scomoda persino adesso: constatare come al mondo ci siano solo due razze, chi sfrutta e chi è sfruttato, e di come sia necessario trovare un modo più equo di gestire e beneficiare della ricchezza di questo mondo è un concetto difficile da far passare».

Cafiero credeva che «questo metodo libertario potesse applicarsi a tutti gli aspetti del vivere sociale, nel lavoro, nella produzione di ricchezza, nell’educazione e nel vivere insieme, e lo riteneva la chiave di volta per superare le contraddizioni e le ingiustizie che, nell’ottocento come oggi, colpivano come un macigno chi non ha avuto la sorte di nascere tra le file di quell’1% di popolazione che ha in mano le redini di questo mondo. Un modo di agire a cui cerchiamo di attenerci costantemente nella nostra attività politica. Le operazioni di restauro del busto commemorativo di Carlo Cafiero, sulla sua casa natale, sono state auto-finanziate al 100%, senza alcun onere per l’amministrazione, a cui abbiamo chiesto solo la necessaria autorizzazione burocratica, e senza padrini o sponsor economici o istituzionali. E la nostra speranza è che questo sia un modo per restituire alla città non solo un mero artefatto di marmo, ma una memoria storica condivisa di cui riappropriarsi collettivamente, che ci dica da dove veniamo, e che soprattutto possa suggerire nuove direzioni per il futuro di questa città. Non una mera rievocazione storica, ma il racconto di una storia che sappia interrogare il presente. In continuità con le rievocazioni dell’anno scorso per il 170esimo anniversario della nascita, anche quest’anno quindi proveremo ad attualizzare vita e pensiero di Cafiero, un uomo che, come diceva Giovanni Pascoli, «fuggiva dal raggio di sole che penetrava nella sua camera d’ammalato, perchè non c’era sole per tanti altri nelle miniere, nelle officine, nelle stive, nelle prigioni! “Io non voglio sole che non sia di tutti!”».

«Invitiamo -conclude la nota- tutti quindi sabato 28 ottobre alle ore 11:00 in Corso Vittorio Emanuele 111, dove terremo una piccola cerimonia commemorativa, scoprendo il busto restaurato, a cui seguiranno interventi e letture dei suoi scritti. L’appuntamento continua in serata, alle ore 20:00, presso il Cappero, in Piazza della Sfida 17, con la proiezione de «La Libertà», un cortometraggio di Mimmo De Ceglia, che sarà nostro ospite, e Carlo Pisani su anarchici e rivolte contadine nella Puglia dell’800».