È da pochissimo che i fratelli Guevara hanno deciso di rompere il silenzio che regnava intorno alle loro vite e a quella celebre del Che Guevara. In realtà decidere di entrare nell’intimità familiare, soprattutto in casi del genere, quando quello che per i suoi fratelli era semplicemente Ernestito divenne uno dei rivoluzionari più noti al mondo, è una scelta che richiede grande meditazione e soprattutto parecchio tempo.

Ma i fratelli Guevara hanno scelto di condividere quella che fu la vita privata di una famiglia apparentemente comune. Così Juan Martin Guevara sta portando in diverse città della Puglia, dell’Italia e del mondo, il libro che narra della famiglia Guevara prima e dopo la nascita del Che. Una figura caratterizzata da forte libertà e grande spirito rivoluzionario che scosse il mondo con le sue azioni. Un percorso che porta avanti, tra i suoi obiettivi, quello di restituzione al mondo dell’uomo, prima del personaggio, di Ernestito nella sua pura semplicità di membro di una famiglia.

La scorsa sera la presentazione de libro intitolato “Il CHE, mio fratello”, nell’incantevole cornice del Palazzo della Marra a Barletta. All’incontro organizzato da Mario Landriscina in collaborazione con Felice Brescia (Il Cappero) e Francesco Petruzzelli (Saint Patrick Irish Pub) e la Libreria La Penna Blu, hanno partecipato il sindaco di Barletta Mino Cannito, Cristina De Vita e Angelica Miguens Azuaga in un appassionato dialogo con Juan Martin Guevara, con il supporto della Voce in parola di Matilde. Durante la presentazione sono intervenuti Francesco Divenuto, presidente di Confcommercio Barletta e Antonietta Caffarella, presidente di Confesercenti BAT.

L’incontro è stato patrocinato dal comune di Barletta, con lo scopo di mostrare un altro volto del Che a cinquant’anni dalla sua morte. Un volto umano quello nascosto dietro il mito, mostrato dal fratello minore al mondo. La morte in Bolivia del Che, in un tragico assassinio il 9 ottobre del 1967, pose fine al suo spirito ribelle e forte, uno spirito che però fa ancora parlare di sé. Alla fine un messaggio, la necessità di lottare e mai smettere di combattere contro le ingiustizie di un mondo devastato dai potenti.