Per approfondire le questioni che hanno sollevato tante polemiche riguardo alla sua nomina nell’Amministrazione Cannito, accennando alle principali novità su cui vorrà incentrare il proprio impegno, abbiamo incontrato il nuovo assessore alle Politiche sociali, Nicola Salvemini.

 

La sua nomina ha sollevato un vero e proprio polverone politico, all’interno della maggioranza del sindaco Cannito: ben sette consiglieri hanno sottoscritto un documento in cui esprimono la loro contrarietà alla sua nomina, non per motivi personali ma per il metodo “ad personam”, svincolato dalle indicazioni delle liste, ricordando una loro libertà dal vincolo di mandato.

«Non entro nel merito del discorso politico, perché non ho seguito tantissimo le questioni tra maggioranza e opposizione che si sono succedute in quest’anno e mezzo del sindaco Cannito. Sono stato interpellato direttamente dal Sindaco per questa nuova esperienza, ma a livello politico non ho mai parlato con nessuno per questioni attinenti la nomina. C’era il discorso della lista di “Barletta Attiva” per quanto riguarda il consigliere Ruggiero Marzocca (n.d.r. sosteneva l’ex assessore Lacerenza), ma io non sono stato interpellato neanche da Marzocca».

Quindi per chiarezza, lei è un riferimento del Sindaco Cannito? Le chiedo questo perché la consigliera Mele ha descritto questa scelta come un “capriccio personale di qualche consigliere del Gruppo misto”?

«Un capriccio del Gruppo misto? No, io sono un riferimento del Sindaco Cannito. Con i consiglieri Laforgia e Spinazzola, che ripetutamente sulle testate giornalistiche sono apparsi come i fautori della spaccatura della maggioranza, ho un ottimo rapporto di amicizia, ma sono espressione solo del Sindaco».

Il fatto che il Sindaco non dia spiegazioni riguardo alle nomine, appare disdicevole all’opinione pubblica, anche in seguito alla nomina dell’assessore alla Cultura, Graziana Carbone, legata da parentela ad un consigliere comunale.

«Sono stato tartassato. Dal mio punto di vista, il fatto di essere figlio di Andrea è motivo di orgoglio: per i quarant’anni di lavoro di mio padre come dipendente comunale e altrettanti di sana politica, anche all’opposizione accanto a Cannito e Marzocca. Per me non può essere altro che un vanto, a prescindere dal fango che volevano gettare. Non è ‘familismo’ perché mio padre non è ora consigliere comunale. Ha solo appoggiato Cannito, tuttora lo supporta in toto. Ogni volta spiattellato sui giornali come il figlio di … Il figlio di Andrea Salvemini, un dipendente comunale sempre retto da sani principi, che non si è mai imbarcato in situazioni spiacevoli e per me questo è un vanto. Però io sono innanzitutto espressione di una scelta tecnica, come il Sindaco ha ribadito in Consiglio comunale: mi occupo di consulenza del lavoro da circa 10 anni e quindi in grado di offrire quella situazione che sia prettamente tecnica, per gestire al meglio il Settore delle Politiche sociali. Lo faccio per passione, per la Città di Barletta, lo faccio per il Sociale; mi sento predisposto a questa tipologia di lavoro e in questo è racchiusa la risposta contro le critiche di familismo».

Un importante assessorato, che riguarda da vicino molte famiglie di barlettani: su cosa vorrà impegnare le forze per un così grande compito?

«Innanzitutto, come prima cosa che vorrei fare, è lavorare per una corretta comunicazione delle politiche sociali, anche attraverso la stampa: sensibilizzare e comunicare alle persone la possibilità di accedere ai servizi di supporto, al reddito e non solo. Un esempio, per il RED 3.0, che è la nuova forma di assistenza al reddito, bisogna far capire di cosa stiamo parlando, non tutti sanno che cos’è e come accedere: fare comunicazione del fatto che vi sono servizi importanti di questo tipo. Vorrei lanciare dei comunicati stampa settimanali, ma ho bisogno d’aiuto anche da parte vostra».