Quinta settimana di quarantena e ancora difficoltà di gestione del lockdown in città. Lo ha dimostrato l’appena trascorsa giornata di Pasquetta, stranamente assolata date le leggende di maltempo che si susseguono di anno in anno, durante la quale fiumane di barlettani hanno violato le regole imposte dal decreto. Ce lo ha confermato il comando della polizia municipale di Barletta, che durante la giornata di ieri ha effettuato controlli serrati lungo tutto il perimetro della città. Le pattuglie, sparpagliate in diverse zone e grazie a numerosi varchi, hanno registrato 244 controlli e ingiunto 13 sanzioni. Un dato scoraggiante, data la situazione difficile che stiamo affrontando e che, ormai da un mese, è ben acclarata, o per meglio dire, dovrebbe esserlo. Controlli non solo effettuati all’ingresso della città della Disfida, ma anche per le strade periferiche e del centro. Lo stesso sindaco Cannito, già alle prime luci del Lunedì dell’Angelo, ha presidiato con le forze dell’ordine Corso Vittorio Emanuele per ribadire ai (troppi) passanti di tornare a casa. Non solo. Arrivate puntuali sui social immagini e riprese video di assembramenti anche in via Falcone e Borsellino, ritraenti soprattutto genitori in compagnia dei propri bambini, per non parlare di vere e proprie riunioni di famiglia in alcuni villini. Sembra mancare il senso del sacrificio, un barlume di resilienza, utile per tutelare se stessi e gli altri e per non affannare ancora di più il nostro sistema sanitario, in cui il numero di pazienti ha già tracimato i confini del contenimento. Un bell’esempio di Pasquetta inconsueta eppure trascorsa nel rispetto delle norme e anche della tradizione è arrivato invece da alcuni condomini di via Francavilla, grazie alla divulgazione di alcune immagini assemblate dal filmmaker Guido Tabacco: sorrisi radiosi, voglia di vivere, ilarità, unione, ma a distanza, un bell’attestato contro il malcostume onnipresente in città. Che sia stato per necessità di evasione quantomeno nelle giornate di festa o che sia stata l’ennesima riprova di mancato senso civico, essere recidivi nell’errore non arginerà il problema. Restare a casa non deve essere un’imposizione. Restare a casa deve essere la nostra missione.

A cura di Carol Serafino