«Nel corso degli ultimi giorni si è improvvisamente riacceso il dibattito sulla acquisizione ed il potenziale recupero dell’Ex Palazzo delle Poste di Barletta sito in Piazza Caduti. La vicenda si inserisce all’interno di una più ampia discussione che negli ultimi anni ha coinvolto cittadini e associazioni sulla conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio storico e architettonico (sia pubblico che privato) della città della Disfida». Lo dice l’Associazione Culturale “The Walkers”-Laboratorio di Immaginazione Urbana.

«Come gruppo di giovani professionisti, operanti nel territorio in seno a realtà associative volte alla promozione territoriale, ci siamo già espressi in passato relativamente alle vicende legate al paventato abbattimento di Palazzo Tresca, al recupero di Villa Bonelli, alla rimozione dei Silos del porto di Barletta, al vincolo paesaggistico-architettonico della Cartiera Mediterranea e all’immobile sito al piano superiore della Cantina della Disfida. Sentiamo quindi la necessità di condividere la nostra idea riguardo al futuro e la destinazione dell’Ex Palazzo delle Poste – spiegano – si tratta di un Palazzo di indubbio valore storico e architettonico: costruito a cavallo tra il 1920 ed il 1927, costituisce un simbolo manifesto della resistenza italiana all’occupazione nazifascista, con i colpi di mitragliatrice sparati contro i 13 vigili urbani ancora evidenti lungo la facciata sud. In epoca recente il Palazzo è stato protagonista di alcune vicissitudini burocratiche legate alla sua possibile vendita. Nel 2002 il Comune di Barletta perse l’occasione di esercitare il diritto di prelazione sull’acquisto dell’immobile al valore (modico) di un milione e mezzo di euro, prelazione derivante dal vincolo posto all’epoca dalla Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio. Il palazzo andò quindi incontro ad un periodo di lungo abbandono che si protrae fino ai giorni nostri. Recentemente risolta la controversia giuridica sulla effettiva titolarità dell’immobile – che la Corte di Cassazione ha stabilito appartenere alla società Europa Gestioni Immobiliari di Poste Italiane – oggi l’amministrazione comunale ha una nuova possibilità di acquisire il palazzo con diritto di prelazione grazie proprio a quel vincolo posto nel 2002». 

«Lasciarsi sfuggire per la seconda volta questa occasione sarebbe un errore imperdonabile. Ovviamente, una mera acquisizione senza scopo, senza una destinazione, non avrebbe nessuna utilità pubblica e graverebbe sulle casse comunali. Al tempo stesso un traguardo così importante risulterebbe privo di contenuti se non condiviso con la collettività. Per questo motivo sarebbe auspicabile un dibattito pubblico sul futuro dell’Ex Palazzo delle Poste, affinché la cittadinanza possa partecipare al cambiamento». 

«Come giovani professionisti, oltre a ribadire la nostra volontà partecipativa, vogliamo condividere anche la nostra idea sulla destinazione d’uso del palazzo. Per la sua importanza architettonica e la sua posizione strategica nel tessuto urbano, riteniamo che l’edificio possa avere una funzione di prestigio e rappresentanza a livello istituzionale. Ci sentiamo quindi di condividere l’idea già espressa dallo storico Victor Rivera Magos: perché non destinare quindi il palazzo come sede di rappresentanza del Comune di Barletta? 

Siamo consapevoli che l’edificio non potrà contenere tutta la macchina burocratica di una amministrazione comunale capoluogo di provincia tuttavia riteniamo possa essere sede delle istituzioni più rappresentative del Comune di Barletta, come il Consiglio Comunale, la sala Giunta e gli uffici del Sindaco. Dislocare la sede del Municipio aprirebbe le porte l’abbattimento dell’attuale palazzo di città, aprendo così uno spazio urbano che permetterebbe la valorizzazione del Teatro Curci e di corso Vittorio Emanuele II. Questa operazione consentirebbe uno stravolgimento urbanistico del cuore pulsante della città, che non solo sentiamo essere auspicato da molti cittadini ma che aggiungerebbe valore al prestigio istituzionale del Comune, la cui sede risulterebbe centrale sia a livello storico che nella geografia della città».