Il momento che siamo chiamati a fronteggiare si è rivelato invalidante da molti punti di vista e a risentirne, oltre alla salute, all’economia del paese e alla stabilità di molte famiglie, ci sono anche alcune associazioni. La Caritas di Barletta, che dirama le sue ali filantrope in diverse sedi site in città, sta attraversando un momento complicato. Se l’esigenza di posti letto per le persone indigenti nell’ultimo anno è cresciuta di numero rasentando l’esubero così come sono aumentate le utenze, dall’altro lato il centro di accoglienza sta affrontando una fase di penuria di volontari, una situazione che merita voce e a cui prestare attenzione. Ne abbiamo parlato con il Presidente Lorenzo Chieppa, che ci ha spiegato più da vicino la situazione.

«La nostra forza si è ridotta alla metà – dichiara – Purtroppo il momento è quello che è e nonostante tutto dobbiamo conciliare le esigenze delle diverse strutture Caritas tutti i giorni e tutto il giorno, tenendo conto dei dormitori che sono tre a cui ne abbiamo aggiunto un quarto nella sede che ospita la mensa in Via Barberini. La riduzione dei volontari è stata una scelta dettata da un’esigenza di adattamento. La maggior parte di loro sono ultra sessantenni o settantenni, per cui categorie vulnerabili. È bene dunque che si riguardino e tutelino la propria salute».

La sofferta decisione di continuare ad operare strenuamente ma con un supporto ridotto è stata dettata anche da necessità di spazio e distanziamento. Nonostante i volontari si siano sempre avvalsi dei dispositivi di protezione individuale e abbiano rispettato in modo ligio le norme anti-Covid, sono stati ridotti a meno della metà anche per garantire il distanziamento sociale, soprattutto in zone come la lavanderia, in cui allo stato attuale possono operare massimo due persone. Situazione quasi analoga alla mensa, che prevede la presenza di solo sei volontari per turno, in questo periodo impegnati a preparare le vivande per il servizio da asporto. Una macchina sociale che non si ferma né si inceppa, che ora opera avvalendosi di 40 volontari al netto del centinaio che si mobilitava nell’era “Covid Free”.

Un’incresciosa verità che però non lascia spazio ad alternative, dal momento che materialmente non si possono integrare nuove figure all’interno delle sedi per regioni di distanziamento. Quello della Caritas è dunque un appello alla comunità, ai cittadini, alle associazioni, un richiamo all’altruismo e alla collaborazione di tutti, affinchè si mostri sensibilità nei confronti di questi bisogni: «La nostra è un’esigenza di vicinanza – conclude Chieppa – di solidarietà. Chiediamo alla popolazione anche solo di chiederci di cosa abbiamo bisogno, anche solo di un semplice alimento. Il volontariato è muoversi in base alle esigenze del territorio. Abbiamo bisogno di una Cabina di regia attenta».

 

A cura di Carol Serafino