«La miglior difesa è l’attacco! È questo il motto sventolato dal Primo Cittadino di Barletta giovedì in consiglio comunale seguito da migliaia di cittadini attraverso i media e sul quale siamo costretti ad intervenire, nostro malgrado, per rispondere alla “montagna” di inesattezze, bugie, offese e striscianti calunnie proferite dal “duo delle meraviglie” Cannito-Passero». Il Comitato di quartiere zona 167 interviene così all’indomani dell’attesa seduta del Consiglio comunale di Barletta.

«Pur di non ammettere i propri grossolani errori, il sindaco ha cercato, arrampicandosi in malo modo sugli specchi, qualsiasi giustificazione alla inefficienza del suo operato e di quello degli amministratori ed uffici competenti, partendo dal mancato aggiornamento del piano regolatore risalente, a suo dire, al 1985 sino all’affermazione di stare perseguendo  la “continuità amministrativa” con l’amministrazione Cascella, ed infine, sbandierando una “tonnellata di volgarità” nei confronti del Comitato di Quartiere 167, ed in particolare del suo Presidente Giuseppe Di Bari.

Il sindaco ha attaccato pubblicamente, con foga inaudita, ed in maniera insensata ed ingiustificata, l’attività portata avanti dal Comitato, affermando che: “Si è arrogato il diritto della rappresentanza della città, non del quartiere, ma della città.” Nulla di più falso. Né il Comitato né il suo Presidente, persona stimatissima da tutti i quali lo hanno conosciuto, si è mai arrogato il diritto di rappresentare tutta la cittadinanza barlettana, bensì l’esclusivo interesse dei liberi cittadini che si sono uniti in una protesta composta e rispettosa delle vigenti norme e soprattutto delle norme del vivere civile.

Afferma ancora il primo cittadino: “Hanno insultato a 360° ed il cui comportamento trasuda una evidente avversione di natura politicante”. Tralasciando l’aspetto grammaticale discutibile, affermiamo con decisione di non aver mai usato gli stessi toni usati dal primo cittadino in consiglio comunale, che, peraltro, è pubblico e quindi visto da migliaia di cittadini, il quale ha mostrato davvero tutti i tratti della politica politicante, inanellando una raffica di contumelie, invettive, minacce, offese, arroganza e menzogne.
Nessuno di noi cittadini liberi ha mai affermato che nel punto individuato per la creazione di questo CRR volessero fare una centrale termonucleare o depositare scorie radioattive. Men che meno abbiamo mai fatto riferimento alla sequela di patologie che forse per deformazione professionale è venuto spontaneo al sindaco pronunciare per bilanciare con la competenza medica la totale incompetenza in materia amministrativa e politica. La tipologia dei rifiuti da conferire nel Centro, infatti, è stata in modo esplicito elencata nel progetto di fattibilità che questa stessa amministrazione ha presentato alla Regione Puglia per poter ottenere il massimo finanziamento previsto per la realizzazione di tali CRR.
Con le sue smoderate e diffamatorie affermazioni nei confronti del Comitato e del suo Presidente, che vengono rispedite al mittente per essere infondate, il sindaco non ha fatto altro che sminuire la carica ricoperta, rappresentando nella maniera più spregevole la città di Barletta. Lo stesso primo cittadino ci ha accusati di aver determinato dal nulla un problema nella città.Ad onor del vero il problema lo ha causato la sua “miopia” amministrativa in quanto è inconcepibile avviare un progetto senza aver avuto contezza di tutta la regolarità compreso quella urbanistica di cui è tra l’altro il detentore della delega assessorile (almeno lo era fino a ieri stante il suo pubblico annuncio in consiglio comunale al termine dello stesso). È di tutta evidenza che il primo cittadino, non chiede, ma pretende il rispetto da chi si rapporta con lui, o con l’istituzione che egli rappresenta, ma allo stesso modo deve essere in grado di darlo, indipendentemente dal ruolo o dalla posizione sociale di chi si trova di fronte.

Con una scena da peggior avanspettacolo ha intriso di vittimismo il suo sproloquio sostenendo di avere paura a camminare per strada temendo per la propria incolumità e per l’incolumità dell’assessore Passero: “Troppe le mortificazioni ricevute…e sono state proferite parole che sono pericolose quando vengono dette. Attenzione a questo, attenzione a questo, perché non devo avere paura di camminare per la strada… perché ci sono stati insulti, minacce, ci sono state persone indotte ad affrontarci e quindi questo non va bene”.

È bene precisare che il Comitato ha sempre lavorato e portato avanti le proprie ragioni con civiltà e correttezza come testimoniano centinaia di cittadini, lasciando liberi gli stessi nelle loro decisioni, e giammai ingenerando in essi stimoli di violenza contro i propri amministratori. Per cui le paure del sindaco non solo sono inesistenti e infondate, ma sono usate artatamente per giustificare ancora una volta una azione politico amministrativa drammaticamente fallimentare. È fin troppo facile riversare le proprie responsabilità sugli altri e poi fare la vittima.

Piuttosto sarebbe cosa saggia, signor sindaco, se qualche volta passeggiasse anche per le vie della zona 167, per ascoltare le esigenze dei cittadini che risiedono in quella zona, e capire meglio quali sono le reali esigenze e difficoltà, non sono solo i cittadini a dover venire da Lei, sarebbe cosa gradita in quanto, in quei luoghi, sig. sindaco, non La si vede mai.

Per incorniciare un quadro già piuttosto desolante, come se non bastasse, dobbiamo stigmatizzare un ulteriore volgarità registrata nel medesimo consesso allorquando il Sindaco, con una disinvoltura disarmante, in un siparietto con un consigliere che gli faceva notare di non indossava la mascherina pur avendo a meno di un metro da se l’assessore Passero, comunicava all’assise di aver contratto il covid e quindi immunizzato, cosa che ha poi smentito in chiusura dell’assise.

Proprio nel giorno in cui si commemorano le migliaia di vittime della pandemia il nostro primo cittadino ne infanga la memoria facendo vergognare una intera cittadinanza di fronte al mondo intero.

Alla luce di tutto questo, non è difficile immaginare che in un sussulto di orgoglio, ove mai ve ne fosse ancora traccia, l’azione più saggia sarebbe quella di trarre le dovute conseguenze e ridare alla politica l’accezione nobile che meriterebbe».