“Allontanati per motivi di sicurezza”, questa la motivazione addotta da una lettera dell’Autorità portuale, in cui sostanzialmente sfratta l’associazione dell’ANGLAT-Barletta dalla sede interna all’area del Porto entro 20 giorni. Per l’associazione, ormai un’istituzione cittadina, che ha sede sul mare da 15 anni, il suo presidente, Ruggiero Lauroia ha illustrato la situazione venutasi a creare in seguito ai provvedimenti adottati dai titolari dell’area, cioè l’Autorità portuale; per la sede, in concessione all’associazione, viene regolarmente pagato un fitto.

I diversamente abili sarebbero stati allontanati perché dovrebbero partire dei lavori, per cui però non sarebbero stati spostati gli uffici del Porto, meno distanti dai serbatoi interessati: «Noi a 25 metri e loro a 22. Allora qual’è la differenza? Che i disabili non possono scappare? Ci si può mettere in sicurezza, invece di farci fare tutto il giro, basta ripristinare la rampetta che c’era, riaprendo una via di fuga». Durante la conferenza stampa di questa mattina, Lauroia ha chiesto che la sede dell’Associazione continui a restare lì dov’è, vicino al mare, visto che «Abbiamo reso un servizio a persone disabili provenienti da tutta Italia. Allontanare noi può creare un precedente pericoloso, contrario ai valori d’inclusività che abbiamo sempre voluto mettere in campo. Non possiamo volere che i disabili restino chiusi in casa, diventando solo un costo per la società».

Presente al momento di comunicazione con la stampa dell’urgente problematica, anche la consigliera comunale Stella Mele (Forza Barletta–Fratelli d’Italia): «Il Comune di Barletta ha dimostrato di essere affianco all’associazione, nel momento in cui ne ha discusso nelle settimane precedenti cercando di addivenire ad una soluzione alternativa. Vediamo nell’associazione ANGLAT un importantissimo presidio d’inclusione. A tutti i cittadini sono note le attività che quest’associazione mette in campo». La concessione di cui questa ha goduto fino a pochissimo tempo fa, e le ingenti spese per la sistemazione dei locali, fatiscenti al momento del rilascio; ora giunge tale revoca. «Revoca che – aggiunge la consigliera Mele – a giudicare dalla lettura delle carte è piuttosto carente di motivazioni, perché si richiama ad un emanando piano d’emergenza esterno che pare però ancora non approvato.  Farebbe riferimento alla presenza di serbatoi, intanto preesistenti al momento del rilascio della concessione demaniale, inoltre contengono gasolio liquido, non benzina, quindi bassissima possibilità di esplosione, in ultimo, se davvero sono considerati pericolosi, bisognerebbe spiegare ai cittadini perché il pericolo è solo per chi frequenta questo posto e non invece per gli operatori del porto se non addirittura del circondario. Il problema è che oggi anziché spostare i serbatoi si chiede a un’associazione d’inclusione sociale di spostarsi quindi l’auspicio è di avere una maggiore mobilitazione su questo».

L’associazione “ANGLAT/Sport Insieme Sud” opera in quel luogo dando la possibilità, alle persone con disabilità che lo chiedono, di poter svolgere attività marinaresche con imbarcazioni a vela messe a disposizione dall’Associazione stessa. In questi anni ha provveduto a ristrutturare ed arredare i beni concessi in uso e ad allestire la banchina esistente in modo da renderla idonea all’imbarco di persone in carrozzina.

La problematica viene perorata anche dall’Unione Vela Solidale, associazione nazionale, e dal presidente Ubaldo Lucci, esortando tutte le autorità locali e non solo a trovare delle soluzioni compatibili con l’attività che necessita vicinanza al mare, per continuare ad utilizzare le imbarcazioni attrezzate per cui l’associazione è riuscita, con notevoli difficoltà, a realizzare un pontile praticabile per le sedie a rotelle.