Il 13 dicembre si è celebrata la festa di Santa Lucia, come da antichissima data anche a Barletta. Ieri si è concluso il triduo, che tuttavia avrebbe come suo apice la Processione della statua venerata, ma questa non si è potuta svolgere per rispetto delle norme anti-Covid. Non solo festa di quartiere, ma vera e propria celebrazione cittadina, sentita dai fedeli e non solo.

Abbiamo raccolto alcune impressioni dei commercianti di una delle più storiche fiere festive, che uniscono il folklore e la tradizione con la sacralità e la venerazione della Santa. L’umore dei commercianti non era proprio dei più rosei, visto che l’affluenza alle bancarelle non è stata delle migliori, quasi del tutto assente nei due giorni precedenti alla festa del 13; solo nelle ultime ore della serata finale, la gente è tornata più numerosa dagli esercenti ma: «A livello organizzativo nessuno ci è venuto incontro, molti che sono entrati con il furgone, come è necessario, sono stati multati». Ancora una volta, è stata una festa all’insegna delle norme anti-Covid. Un altro commerciante: «L’affluenza non manca, ma la gente passa, guarda e va avanti. Quelli che lavorano di più sono i venditori di torrone (ndr. il dolce tradizionale di questa festività, nel periodo prenatalizio), oltre ai venditori di conserve. Invece, per noi altri quest’anno non sta andando molto bene».

Ma ascoltando anche un venditore di una bancarella di salumi e conserve, lo spartito non cambia poi molto: «La gente è mancata nei primi due giorni di festa e si sta ammassando tutta nelle ore finali. La voglia di acquistare non è tornata ai livelli pre-Covid: ricordo bene che i volumi di lavoro erano ben altri!». Non manca la critica per l’organizzazione, accusata di aver posizionato le bancarelle della fiera un po’ troppo lontane dalla chiesa: «Da festa di “Santa Lucia” che era, ora è diventata la festa di San Cataldo, perché come vede ci hanno spostato lontani dal sito tradizionale che era via Cavour. Penso che si stesse molto meglio nella vecchia via, perché la gente usciva dalla chiesa ed era più invogliata dalla vista delle bancarelle».

Tuttavia, resta il valore spirituale di questa festività, espletata religiosamente nella centralissima parrocchia di Santa Lucia, per cui abbiamo cercato qualche impressione da Don Vito Carpentiere, parroco di quella chiesa: «È il secondo anno che stiamo vivendo la festa con una dinamica interna, ma abbiamo cercato di rispondere alle esigenze spirituali di tutti tenendo la chiesa aperta dal mattino fino alla sera; è stato bellissimo vedere il susseguirsi di gente di ogni condizione sociale ed età venire ai piedi della Santa».

Non si è sentita eccessivamente la mancanza della processione: «Ho proposto il “pellegrinaggio all’inverso” – ha proseguito don Vito – ossia che fossero le persone a venire in processione alla Santa: questo è stato sicuramente esaudito perché la risposta della gente è stata grande. Poi ci siamo trovati quest’anno prima della festa di Santa Lucia con una bellissima conferenza sulla presenza e la figura di Santa Lucia nella Divina Commedia. Santa Lucia prende Dante stanco e addormentato e lo porta all’ingresso del Purgatorio». Anche il parroco è stato piuttosto critico sullo spostamento della fiera con le bancarelle così distanti dalla chiesa della “Santa della vista”. «Non è dipeso dalla nostra parrocchia. Non so chi quest’anno abbia pensato di collocarle così lontane, ma sembra più la festa di San Cataldo. Non la sentiamo come una diminutio per la festa religiosa, perché la gente non è mancata, ma sicuramente sentiamo la nostalgia del tintinnio di chi tagliava il torrone e mi dispiace per i commercianti che erano un po’ fuorimano rispetto al luogo della festa». Sarebbe auspicabile che la festa torni ad essere un tutt’uno con la parrocchia coinvolta.