Non ci sono notizie ufficiali riguardo la composizione della nuova Giunta, dopo la vittoria di Mino Cannito con una coalizione a trazione centrodestra (questa volta presente con i simboli dei partiti). Le ultime novità risalgono esattamente ad una settimana fa, quando si è svolta la cerimonia d’insediamento del Sindaco a Palazzo della Marra, in cui lo stesso Cannito si era dato circa sette giorni per sbrogliare la matassa delle nomine assessorili. Ad oggi nulla si sa, ma le decisioni potrebbero essere ufficializzate entro questo weekend, prima della festa patronale.
Rumors a volte contrastanti, si rincorrono nei pressi di Palazzo di Città. Il criterio adottato potrebbe essere quello di tener fuori dalla giunta gli eletti in Consiglio comunale, chiedendo alle varie liste i nomi di non eletti o di persone vicine. Questo criterio terrebbe fuori molti nomi papabili, a cominciare dal campione della prima lista di coalizione, cioè Marcello Lanotte di Forza Italia, già vicesindaco; tuttavia, per questo si fanno insistenti le voci che lo vedrebbero alla presidenza della massima assise comunale: così facendo si salverebbero capre e cavoli, perché Lanotte eletto non potrebbe essere nella squadra di Giunta se si applicasse il criterio dei non eletti. Altro nome che resterebbe fuori sarebbe quello di Gennaro Calabrese, prima ai Lavori Pubblici, spesosi nella lista civica “Barletta nel cuore”, che lascerebbe il posto all’ex assessore Lucia Ricatti. Anche il già assessore al Bilancio Gennaro Cefola, vicesindaco per un periodo nella passata Amministrazione, resterebbe consigliere di Fratelli d’Italia, magari facendo spazio in Giunta al già assessore, candidato ma non eletto, Oronzo Cilli. Ricordiamo che qualora invece si nominassero gli assessori tra gli eletti, allora questi lascerebbero il posto in Consiglio ai cosiddetti “primi dei non eletti”; oppure potrebbero essere questi stessi i nomi scelti dal Sindaco. Ricordiamo che le liste a favore di Mino Cannito nelle elezioni amministrative erano otto. Naturalmente, ci sono liste che hanno un peso maggiore, avendo eletto più consiglieri.
Certo un minuzioso lavorio di politica interna alla coalizione vincitrice, che serve anche a garantirsi una stabile maggioranza per proseguire nel suo percorso.