“Evitate via Luigi Scuro, voi che potete“. E’ il cartello che più di qualche automobilista, ne siamo certi, finirebbe per affiggere all’ingresso della via che a quasi quattro anni dalla consegna dei lavori per l’eliminazione dei passaggi a livello di via Andria e via Vittorio Veneto, è diventata una delle principali arterie del traffico di Barletta. La situazione, già molto complicata nei giorni in cui splende il sole – come avevamo testimoniato a inizio novembre raccogliendo sul posto le denunce di automobilisti e ciclisti sulle condizioni di un manto stradale formato groviera – oltrepassa i limiti della decenza quando il maltempo fa capolino su Barletta.

L’ennesima riprova si è avuta nella giornata di mercoledì 14 dicembre: le piogge abbondanti cadute sulla città della Disfida dalle prime ore del mattino hanno trasformato via Scuro in una piscina scoperta, proprio quella struttura pubblica che a Barletta manca da anni. Le pietre che delimitano uno dei due lati dell’asfalto si sono presto trasformate in fanghiglia, che l’acqua ha tramutato a sua volta in un fiume marrone. Risultato? Automoblisti costretti a viaggiare a 10 all’ora e scansare buche a loro volta poco visibile, ciclisti interdetti dalla circolazione sulla via e un “si salvi chi può” generale. Una situazione che ha lasciato evidenti tracce anche a diluvio concluso, facendo sì che a bordo strada si creino pozzanghere e accumuli di fango e pietrisco, con un asfalto – evidente in alcuni tratti l’affiorare del cemento e di laterizi– in condizioni davvero preoccupanti. Da Palazzo di Città a novembre ci raccontavano come nell’area fossero in arrivo imminenti interventi grazie al finanziamento regionale Strada per Strada. Interpellata nelle scorse ore l’amministrazione ha spiegato che le opere sono state rinviate di qualche settimana per evitare che si portassero avanti nel periodo delle festività natalizie, quando il traffico sarà destinato ad aumentare. Di certo, con una via Scuro in condizioni così indecenti, sotto l’albero gli automobilisti barlettani rischiano di dover trovare dei copertoni e dei semiassi nuovi per le loro vetture.