“Realizziamo spettacoli e performance per diffondere l’amore per l’arte”. È così che si presenta sulle pagine social la compagnia teatrale Teatro delle Lanterne” gruppo di giovani attori, ballerini e cantanti barlettani che, chi per passione, chi per mestiere, investe il proprio tempo nella creazione di spettacoli e progetti artistici. Questi ragazzi, sotto la guida della presidente Rosa Morelli, si riuniscono ogni giorno per le prove in un piccolo spazio, messo a disposizione da Padre Antonello, all’interno della chiesa “San Filippo” a Barletta. Una location dalla cornice insolita, ma che il gruppo sfrutta al meglio per realizzare il proprio sogno. Determinazione, talento, coesione tra i componenti ed un duro lavoro curato minuziosamente contraddistinguono i teatranti di Barletta, che si ritrovano però a dover lottare contro l’immobilismo in cui riversa l’amministrazione cittadina.                                                                                                                                     Come è nata la vostra compagnia teatrale?

“La compagnia è nata nel 2018, ma con altre persone. Questo gruppo in particolare nasce dopo il lockdown. Alcuni dei componenti attuali ci sono fin dall’inizio, altri si sono aggiunti in un secondo momento” asserisce Rosa Morelli. “Abbiamo inizialmente provato, per ben un anno e mezzo, nel giardino di casa di una delle nostre ragazze. Nonostante freddo gelido o caldo afoso di alcune giornate, non abbiamo voluto mollare e abbiamo continuato con questo progetto che ci legava e continua a legarci”.

                                                                                      Si tratta di un hobby o di un lavoro? Avete iniziato con la compagnia a studiare ciò di cui vi occupate all’interno di essa, oppure già precedentemente?

Risponde Vincenzo Stella, video editor e social media manager del sodalizio teatrale: “Per le ore dedicate, potrebbe essere considerato un lavoro part-time. Non tutti chiaramente prendono questo programma come la loro principale attività artistica e di vita. Rosa Morelli per esempio è una scenografa. E’ chiaro che non si può dedicare tutta la giornata, ma ogni sera con costanza siamo sempre qui. Dunque ogni elemento della compagnia ritaglia uno spazio del proprio tempo che dedica a questo impegno. Per me personalmente è molto più di un semplice hobby e potrebbe diventare man mano anche un vero e proprio lavoro futuro”.

Maria Morelli invece, coreografa e ballerina dell’associazione, ha studiato danza dall’età di 5 anni, sperimentando sempre diversi stili. Maria è una delle “veterane” che, se in un primo momento ha solo il ruolo di ballerina, subisce poi una vera e propria evoluzione e crescita personale all’interno della compagnia, diventando coreografa. La danzatrice sottolinea inoltre come abbia unito, da quando è entrata in questa realtà, la tecnica della danza alla recitazione, dando vita ad una forma di teatrodanza, “andando in questo modo a completare ciò che mi mancava a livello emotivo -afferma- Io ho un altro lavoro, ma questa è una mia passione e mi piacerebbe molto se in futuro potesse diventare anche un mestiere, affiancandola a ciò che già faccio. Mi rendo conto che ognuno di noi è motivato da obiettivi diversi, però siamo tutti accomunati da grande interesse e ostinazione verso quello che facciamo. Si tratta di un ambiente in cui emergere è difficile. Da questa realtà infatti non guadagniamo nulla e mi sento dunque di dire che rappresentiamo una piccola minoranza che continua in quanto spinta da tanta tenacia e caparbietà”.

 

Vi è sembrato positivo per adesso il riscontro da parte del “pubblico barlettano”, oppure lo considerate ancora restio alla partecipazione ai progetti e alla visione degli spettacoli?

La direttrice Rosa Morelli: “Più che nel pubblico la difficoltà è nell’amministrazione, che dice di emanare bandi a favore di attività aperte al pubblico, ma le spese sono eccessivamente elevate. Ci è capitato ben due volte di vincere con delle proposte valide, sia ad Andria che a Corato, ma ci siamo dovuti ritirare proprio a causa delle spese, insormontabili per organizzazioni no profit come la nostra. Non da meno il bando di Natale a Barletta, in cui bisognava pagare tutto: dalla pubblica sicurezza, al palco, e le luci. Noi curiamo sempre tutto nei minimi dettagli, a partire dal canale social che riteniamo fondamentale. Dopotutto se si lavora bene, gli ascoltatori risultano interessati e nel nostro caso visibilmente la gente sembra incuriosita e ci apprezza. Prova ne è la grande approvazione riscontrata perfino con un piccolo spettacolo, come quello che abbiamo realizzato l’anno scorso per la manifestazione ‘Cerco Claudio’ a Barletta. Non abbiamo di conseguenza dubbi sul nostro lavoro. Tuttavia il problema è proprio arrivare ad esibirci, in quanto chiaramente se già il bando non ci permette di farlo, il Teatro Curci diventa un miraggio”.

Un appello per i nuovi ragazzi che si affacceranno a questa esperienza con i prossimi casting?

“Si lavora tanto, ma le soddisfazioni che si hanno mi fanno dire che ne valga la pena -replica Micol Frezza, una delle componenti del gruppo- L’esempio che riporto sempre è che tre anni fa sono entrata come sostituta di una cantante e ora invece sono vicepresidente, una degli autori della compagnia, responsabile cantanti e lavoro ormai su qualunque ambito. Ho saputo cogliere gli stimoli che ci sono stati in questo gruppo e che aumentano ogni giorno. Se si vuole trovare un luogo dove crescere davvero, questo è il posto giusto.” La presidente Rosa Morelli aggiunge: “Per presentarsi ai casting, non c’è assolutamente bisogno di essere professionisti o aver già avuto esperienza. L’importante è semplicemente avere motivazione, apertura mentale per poter diventare versatili e soprattutto capacità di ascoltare e sapersi fidare delle figure di riferimento responsabili di ciascuna categoria (canto, ballo, recitazione). Bisogna affidarsi poiché studiamo tanto prima proporre attività, esercizi, spettacoli o anche un semplice video da postare. Come dico sempre: non siamo professionisti ma siamo professionali.”

Progetti futuri?

                                                                                                                           “Ultimamente è uscito intanto un cortometraggio che apre la stagione dei casting e racchiude il messaggio della liberazione dalle relazioni tossiche. -spiega la presidente- Ci è sembrato un modo diretto per far conoscere ciò che realizziamo e far avvicinare i ragazzi alla nostra compagnia. Da quest’anno inoltre ci esibiremo in numerose scuole e licei, in cui porteremo spettacoli, alcuni dei quali scritti da noi, che trattano tematiche importanti tra cui RITUZZA-la picciridda che parla delle mafie, “La società senza dolore” che si concentra invece su un ambito più filosofico, “La grande baraonda, Attrazioni di varietà” che è ispirato al teatro degli anni 20 ed infine “A sbagliare le storie”, in questo caso tratto però dal libro di Gianni Rodari”.

A cura di Francesca Caputo