Morto per le ferite provocate dalle fiamme che hanno avvolto il suo corpo oppure per intossicazione da fumo durante il rogo. Non ci sono altre ipotesi percorribili alla base del decesso dell’uomo ritrovato domenica mattina semicarbonizzato nelle campagne di Barletta al confine con Andria. Lo ha accertato l’autopsia eseguita questa mattina dal medico legale del Policlinico di Bari, Sara Sablone. L’esame non ha rilevato la presenza di lesioni o traumi sul cadavere che possano suggerire altre cause per la morte dell’uomo, confermando l’esito della Tac eseguita nella giornata di ieri. Gli esami tossicologici sui prelievi effettuati, i cui risultati si conosceranno solo nelle prossime settimane, chiariranno se l’uomo è deceduto per intossicazione da fumo e se avesse assunto alcool o altre sostanze prima di essere raggiunto dalle fiamme. Quanto emerso dall’autopsia indebolisce la pista dell’omicidio con la quale procedeva la Procura di Trani: e cioè l’ipotesi, a questo punto, che qualcuno possa aver ucciso l’uomo addirittura dandogli fuoco. Più consistenti sia la tesi del suicidio che quella dell’incidente: la possibilità, in quest’ultimo caso, che durante l’accensione di un rogo per bruciare del materiale o per riscaldarsi l’uomo sia stato accidentalmente raggiunto dalle fiamme. Esami antropologici successivi potranno aiutare gli inquirenti a far luce sull’identità dell’uomo, tuttora sconosciuta dal momento che sul cadavere non sono stati rinvenuti documenti. La Polizia sospetta si tratti di un 60enne di nazionalità tunisina, conosciuto con il nome di Eddy, scomparso ormai da cinque giorni dal casolare alla periferia di Barletta che usava come dimora abituale. La Questura ha apposto i sigilli all’immobile alla ricerca di indizi che possano collegare la sua sparizione al ritrovamento del cadavere carbonizzato.