Una fumata nera come neri sono i sacchi per la spazzatura che sempre più spesso impazzano per le strade cittadine: così potremmo riassumere la gestione dello smaltimento dei rifiuti a Barletta.

Ad aver riportato all’attenzione l’annoso problema attraverso un post su Facebook è stata l’associazione no-profit Retake Barletta, da anni impegnata nella tutela e nella valorizzazione dell’ambiente e dei beni comuni.

I punti su cui verte la sua presa di posizione contro l’uso di contenitori neri per il pattume, come si può leggere sulla pagina, sono i seguenti: “Non permettono la corretta raccolta differenziata; non rispondono alla vigente normativa nazionale ed europea in quanto non sono né biodegradabili e né compostabili; fanno aumentare i costi di gestione dei rifiuti in quanto intasano gli impianti di smaltimento e declassano la qualità della frazione conferita”.

Oltre ad essere impattanti alla vista, la meno significativa delle ragioni, i bustoni neri non facilitano la differenziazione degli scarti rendendo lo smaltimento decisamente più complesso. Per una politica di gestione dei rifiuti che punti al recupero dei beni e dei materiali, Retake Barletta proponeva l’uso di sacchi semi – trasparenti, per un maggiore e immediato riconoscimento dei rifiuti.

L’associazione ha potuto avvalersi del consulto legale di un esperto, che ne ha tuttavia sconsigliato l’uso in quanto non conformi ai parametri della privacy e della tracciabilità (si potrebbe risalire agli utenti).

L’alternativa però c’è. In seguito ad un prolifico confronto, si è evinto che una degna opportunità è rappresentata da buste per l’immondizia munite di dispositivi high tech quali microchip e Gps.

Usufruendo di questi recipienti si potrebbero rintracciare facilmente i trasgressori ma senza violare il diritto alla privacy. Sul territorio esistono aziende (e neanche poche) che dispongono di questa strumentazione. Una in particolare, che rifornisce comuni limitrofi al nostro, mentre a Barletta questo nuovo tipo di “equipaggiamento”, certamente utile alla preservazione del territorio e dell’ambiente, non arriva.

La vera domanda a questo punto è una sola: perché? Aspettiamo di confrontarci con l’amministrazione comunale per avere maggiori risposte.

 

A cura di Carol Serafino