Una donna uccisa ogni tre giorni è il triste primato dell’Italia. Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin, la prima uccisa dal partner e la seconda dall’ex partner, rappresentano solo un granello di sabbia in un deserto, esteso in tutta Italia, di 106 donne uccise dall’inizio dell’anno. Bisogna intervenire o, meglio, come ha più volte ribadito in questi giorni la sorella di Giulia Cecchettin bisogna “far rumore, bruciare tutto”.

È questo lo spirito che a Barletta, in piazza Caduti, ha animato -nella giornata di sabato 25 novembre, ormai storicamente dedicata alla violenza contro le donne- il sit in dal titolo “Il silenzio non ci salverà. Se toccano una, rispondiamo tutte”.

L’iniziativa, promossa da Arci “Carlo Cafiero”, ha visto successivamente l’unione di molteplici altre associazioni cittadine. Centro per la famiglia, Libera Barletta, Ads Arcieri Somnii, Save The Children, Retake, Anpi Barletta, Cerco Claudio e la scuola di ballo “Spazio Danza”, sono solo alcune tra le tantissime promotrici dell’evento.

Un incontro partecipato e che, tra cartelloni di protesta e testimonianze casuali dei partecipanti, ha voluto trasmettere la necessità di rispondere in maniera attiva alle tristi pagine di cronaca nera che troppo spesso inondano i giornali e le televisioni.        Non è stata infatti la pioggia a fermare la concitata manifestazione. A seguito dell’intervento in piazza in effetti, il grande corteo si è recato presso il “centro per la famiglia-odv”, organizzazione di volontariato che si occupa di tutelare chi subisce violenza. Si è così svolto un ulteriore momento di dialogo che, attraverso le esibizioni della cantautrice Grace Dibenedetto e dell’attrice Michela Diviccaro, ha portato ancora una volta alla luce il tema della violenza di genere. Importante anche il discorso di Grazia Corcella e Rosanna Fiorella, attiviste, volontarie e fondatrici del centro, che hanno sottolineato l’importanza dell’opera attiva che l’associazione svolge in città, a sostegno delle donne, ma anche dei minori spesso vittime di violenza.

«Siamo marea. Con la pioggia, con la rabbia, con le idee, con la voglia di lottare. Non facciamoci soffocare dal silenzio, in attesa che qualcuno parli per noi», è stata la riflessione corale dei partecipanti.

A cura di Francesca Caputo