Anche quest’anno con il mitigarsi delle temperature ha fatto la sua apparizione per le strade di Barletta la processionaria del pino, un insetto altamente distruttivo per le pinete poiché le priva di parte del fogliame, e che durante lo stadio larvale presenta una peluria urticante che può provocare danni all’uomo e agli animali. La processionaria del pino attacca tutte le specie del genere Pinus ma mostra una certa preferenza per Pinus nigra e Pinus sylvestris, inoltre si può trovare occasionalmente anche sui cedri, su Picea abies e su Larix decidua.
Le larve si presentano come dei bruchi, che, giunte a maturità abbandonano definitivamente il nido e si dirigono lungo il tronco verso il suolo, spostandosi in gruppo in fila indiana, formando una sorta di processione, fino a che non trovano un luogo ideale dove interrarsi. Questa discesa avviene in genere dalla seconda quindicina di febbraio alla prima quindicina di marzo.
I peli urticanti della processionaria si separano facilmente dalla larva che li porta sul dorso, dopo un contatto o più semplicemente con l’azione del vento. Data la particolare struttura simile a quella di un gancio, questi peli si attaccano facilmente alla pelle e alle mucose, provocando una reazione urticante. Tali reazioni peggiorano con ogni nuovo contatto, e in casi gravi può verificarsi uno shock anafilattico.
In caso di contatto con la pelle si può manifestare una dolorosa eruzione cutanea con forte prurito, per cui bisogna lavare la pelle abbondantemente con acqua e sapone, lavare accuratamente i vestiti per eliminare tracce dei peli e, se necessario, consultare un medico. In caso di contatto con gli occhi si sviluppa una congiuntivite o più gravi reazioni infiammatorie. Gli occhi devono essere risciacquati abbondantemente, ed è poi necessario effettuare una visita oculistica per verificare che non permangano residui di peli urticanti, poiché quelli penetrati profondamente nel tessuto oculare dovranno essere rimossi chirurgicamente. In caso di inalazione, l’irritazione delle vie respiratorie si manifesta con starnuti, mal di gola, difficoltà nella deglutizione e, eventualmente, difficoltà respiratoria provocata da un broncospasmo. In questo caso, il medico potrà consigliare antistaminici, corticosteroidi o aerosol. In caso di ingestione, infine, si ha un’infiammazione delle mucose della bocca e dell’intestino accompagnata da sintomi quali salivazione, vomito, dolore addominale. Chi dovesse presentare, oltre a sintomi localizzati, problemi generalizzati, quali per esempio malessere o vomito, dovrà recarsi in ospedale.
Ma a stare in guardia devono essere in particolare i possessori di cani, i quali potrebbero ingerire inconsapevolmente i peli urticanti, manifestando spesso sintomi gravi. In primo luogo si verifica un’improvvisa e intensa salivazione e, con il passare dei minuti, la lingua subisce un ingrossamento patologico a volte raggiungendo dimensioni spaventose, tali da soffocare l’animale. Il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua. Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del soggetto, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest’ultima può essere anche emorragica.
Per limitare i danni bisogna effettuare subito un abbondante lavaggio della bocca con una soluzione di acqua e bicarbonato, usando una siringa senz’ago con la quale poter spruzzare ripetute volte la soluzione di lavaggio in bocca. In seguito bisognerà recarsi da un veterinario, che valuterà i danni e stabilirà la giusta cura.