Lunedì 16 ottobre 2017 presso la sala della Comunità di Sant’Antonio alle ore 10.30 a Barletta sarà proiettato il cortometraggio “Mi chiamo Emidio Mastrodomenico e sono un Partigiano”, selezionato al Foggia Film Festival 2017 (Sezione High School Award) e vincitore della Borsa di Studio dell’Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta intitolata alla Prof.ssa Maria Grasso Tarantino. La manifestazione, organizzate a cura dell’I.I.S.S. Michele Dell’Aquila – dell’ANPI Barletta-Andria-Trani e dell’Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta, vedrà la partecipazione del Dott. Ruggiero Isernia(Dirigente dell’I.I.S.S. Michele Dell’Aquila) che introdurrà il convegno, del Dott. Salvatore Puttilli (Sindaco di San Ferdinando di Puglia, del Prof. Luigi di Cuonzo (Responsabile dell’ Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta), del Dott.Roberto Tarantino (Presidente Anpi provinciale) e di Daniele Cascella (regista del cortometraggio).

Il cortometraggio è frutto di un laboratorio cinematografico curato dal regista Daniele Cascella con la partecipazione alle riprese video e montaggio di Pietro Damico e il coordinamento della Prof.ssa Stefania Bafunno ed è incentrato sulla figura del partigiano Emidio Mastrodomenico nato a San Ferdinando il 22 novembre 1922 e dopo trasferitosi  a Milano dove si arruolò come agente di Pubblica Sicurezza presso il commissariato di Lambrate. Dopo l’8 settembre entrò nei GAP e partecipò attivamente alla Resistenza. Per questo fu arrestato, incarcerato a San Vittore e torturato. Per un ordine di rappresaglia del comando tedesco, all’alba del 10 agosto 1944 Emidio Mastrodomenico fu prelevato e condotto a Piazzale Loreto, dove, insieme ad Andrea Esposito (originario di Trani) e ad altri 13 partigiani e antifascisti, venne fucilato da un plotone di esecuzione composto da militi della legione Ettore Muti.

I loro corpi furono lasciati sul marciapiede ed esposti per l’intero giorno senza alcuna umana pietà. Solo alle ore 20 i cadaveri dei 15 martiri furono spostati in seguito alle pressioni del cardinale Alfredo Ildefonso Shuster. In una sorta di preveggenza lo stesso Mussolini dopo l’eccidio dei partigiani ebbe a dire al vice-capo della Polizia della RSI, Eugenio Apollonio che:“il sangue di Piazzale Loreto lo pagheremo molto caro”. Dopo otto mesi, il 29 aprile 1945, sullo stesso piazzale saranno esposti al pubblico i cadaveri di Benito Mussolini, Claretta Petacci e dei gerarchi fascisti giustiziati dopo la loro cattura a Dongo. L’eccidio di Piazzale Loreto rientrò nei famosi fascicoli nascosti nell’Armadio della vergogna, con le proprie ante rivolte verso il muro, finalmente aperto nel 1994.