Nessun calcolo, solo una vittoria per scacciare ogni tipo di ipotesi su come mantenere il risultato. Il Barletta 1922 va a Corato per giocarsi un posto nella finale di Coppa Italia. Oggi pomeriggio alle 14:30, i biancorossi saranno impegnati nella semifinale di ritorno, che si giocherà al Comunale a porte chiuse, dopo un timido tentativo di spostare la location al Sant’Angelo dei Ricchi di Andria e garantire l’accesso al pubblico.

Si riparte dall’1-1 del 15 novembre al Manzi-Chiapulin, risultato che garantisce una tacca di vantaggio ai neroverdi per il gol in trasferta. Ai biancorossi serve una vittoria o, eventualmente, un pareggio dal 2-2 in su. In caso di risultato identico all’andata, non ci saranno i supplementari ma direttamente i rigori. Chi passa il turno, poi, dovrà attendere il doppio confronto tra Casarano e Fortis Altamura che, però, comincerà solo a partire dal 5 dicembre.

L’allenatore biancorosso Cinque dovrà fare a meno di tre giocatori dal peso specifico non indifferente: FanelliMilella e Saani non saranno a disposizione del tecnico biancorosso, che quindi dovrà anche reinventare lo scacchiere in chiave under. Se si dovesse confermare il 3-5-2 visto col Trani, l’ipotesi più plausibile sarebbe quella di vedere LamacchiaBarrasso e Diomandé sulla linea mediana insieme a Scialpi, con Varsi a fare l’esterno destro a tutto campo nella sua prima partita dopo l’infortunio. Davanti scelte obbligate con Negro e Lorusso. Più complicata una difesa a quattro, in cui servirebbe adattare un centrale sulla destra e passare al 4-3-3 con due under a centrocampo e Varsi nel tridente d’attacco.

In ogni caso, al Barletta serve segnare per passare il turno. Questo impone un approccio aggressivo, affamato e cattivo dal punto di vista agonistico, sfruttando anche il momento positivo di novembre e soprattutto quello negativo degli avversari, che domani si giocano un’intera stagione senza il proprio pubblico sugli spalti. I biancorossi, inoltre, hanno davanti un crocevia fondamentale in ottica calciomercato: centrare la finale significa dover gestire due fronti nella seconda parte di stagione, ragion per cui bisognerà alzare l’asticella tecnica e allungare la panchina.

A cura di Antonio Gargano