«La Resistenza al nazifascismo è patrimonio del paese intero: del nostro Sud che già all’indomani dell’armistizio del 1943 dovette misurarsi, come con la strage a Barletta, con la reazione dei nazisti in fuga, fino alla liberazione di Milano del 1945 a cui pure parteciparono ragazzi delle nostre terre che, come Francesco Gammarota/Brancaleone, non vollero disonorare il giuramento di fedeltà alla patria e con le loro divise aderirono alle brigate partigiane. Di quale sia stato il costo umano e sociale della Liberazione dobbiamo avere piena consapevolezza nel coltivare i valori di democrazia e di libertà nella nostra vita di comunità». Così il sindaco Pasquale Cascella in occasione delle celebrazioni del 71° anniversario della Liberazione d’Italia che, con la partecipazione del Prefetto, Clara Minerva, del Vicario Generale della Diocesi, mons. Savino Giannotti, del rappresentante della Provincia, Giuseppe Corrado, del sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, della presidente del Consiglio, Carmela Peschechera e di consiglieri e assessori, dei comandanti delle forze dell’ordine e dei corpi militari operanti nel territorio e dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, hanno interessato i luoghi della memoria: dal Rivellino del Castello, dove sono stati resi i primo onori militari, a piazza Monumento per l’omaggio ai caduti di tutte le guerre, quindi davanti al muro dell’ex palazzo delle Poste dove una lapide ricorda i nomi dei 12 vigili urbani e netturbini vittime della rappresaglia nazista di 73 anni fa. Da qui, un corteo si è snodato per le vie del centro arrivando a Palazzo di Città dove è stata deposta una corona davanti alla lapide che ricorda il contributo storico della città di Barletta alla Liberazione nazione riconosciuto con le medaglie d’oro al Valore Militare e al Merito Civile.

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Un significativo momento di riflessione è stato offerto dalla presentazione nel foyer del teatro comunale “Curci”, a cura dell’ANPI e dello SPI CGIL, del libro “Il partigiano Brancaleone”, di Paola Gammarota. «È importante che la storia di Brancaleone – ha affermato il sindaco rivolgendosi all’autrice – costituisca, insieme a tante altre storie degli uomini e delle donne che parteciparono alla Resistenza, il racconto della nazione in cui tutti oggi ci riconosciamo. Custodire la memoria di quei drammatici episodi da parte delle nuove generazioni significa raccogliere l’eredità di un impegno ad affermare i principi di libertà e di pace e di democrazia, che continuano a essere negati in tante altre parti della umanità, come valori universali».

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È nello spirito dei valori che forgiano lo spirito di una comunità che, al termine dell’incontro, si è formato un corteo verso via Milano, per l’omaggio, promosso dalle organizzazioni sindacali cittadine con l’adesione dell’Amministrazione comunale, a Nicola Del Vecchio, vittima sul lavoro, nel primo anniversario della tragedia provocata dall’esplosione di una fuga di gas a cui si cercava di rimediare.

«Il sacrificio di Nicola – ha detto il sindaco alla moglie, alle figlie e agli altri famigliari dell’operaio – non è stato vano perché ha garantito l’incolumità dei residenti della zona in quel drammatico 25 aprile di un anno fa. Era una giornata di festa, e Nicola aveva diritto a viverla in famiglia, ma sentiva come un dovere il servizio per la sicurezza pubblica. Tocca a noi, istituzioni e forze sociali, riconoscere ora che la prevenzione e la sicurezza non sono una variabile di costo ma un dovere imprescindibile nella Repubblica fondata sul lavoro».